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POTENZA – Oltre due ore di relazioni e interventi nella tradizionale conferenza di inizio anno del presidente della giunta regionale Vito De Filippo. Poi alla fine il microfono passa ai giornalisti presenti per il consueto giro di domande e risposte dirette del presidente. Il nostro giornale, attraverso la voce del cronista ha posto le tre domande a seguire a cui il governatore ha gentilmente risposto.
1) Nomine dei tre direttori generali di Asp, Asm e Crob. Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Vincenzo Viti è intervenuto sulle modalità delle scelte ma nessuno, nemmeno lei, ha sentito il bisogno di rispondere. Perchè?
Vito De Filippo: «Io considero Viti uno dei miei più intimi amici dal punto di vista personale.
So bene come la pensa anche sulle scelte.
E sa bene che le questioni che riguardano le nomine soprattutto quelle sanitarie, come sono state affrontate. Abbiamo raccolto generali indicazioni del consiglio, delle forze politiche e la scelta finale è stata di governo regionale. Io credo che Viti abbia valutato il dibattito che si è registrato intorno a questa decisione ed essendosi sempre interessato all’unità e coesione del centrosinistra lancia un ulteriore consiglio per proseguire sempre in questa direzione. Viti è e continua ad esserlo senz’altro uno strenuo difensore dell’azione del governo regionale».
2)Alcune settimane fa abbiamo pubblicato la vicenda risalente al ‘88 dell’Icla, società riconducibile a Pomicino per cui sono state pignorate royalties per 16 milioni di euro. Un’eredità pesante. C’è rischio per altre situazioni simili?
De Filippo bis: «Rispondo sulla questione ex Icla. Oggi c’è una Finanziaria che è titolare di quel potenziale credito. Sarebbe molto interessante rispondere a caldo alle questioni che la stampa pone che non è sempre esempio di correttezza. Io so bene come stanno le questioni. C’è stato un momento della vita pubblica italiana nel quale rispetto ai rapporti era pervasivo lo strumento dell’arbitrato che è soprattutto su quella materia nella casistica italiana ha presentato elementi difficili e anche più svantaggiosi. La storia è molto vecchia. Io posso dire che in questi anni gli uffici della Regione hanno fatto tutto e stanno facendo tutto il possibile per evitare svantaggi a danni dell’amministrazione regionale. E anche in caso di accordi transattivo valgono gl interessi della pubblica amministrazione. Io credo che oggi da noi tutto è stato fatto nell’interesse dell’ente.
A novembre esplose la questione delle Procure parallele nella direzione regionale del Pd. Poi è recente la notizia di un deputato, Antonio Luongo pedinato e spiato dai servizi segreti. Che succede?
De Filippo ter: «L’anno scorso nella conferenza di fine anno, lei Santoro ci hai parlato dei “coca parti” del Pd. Rispetto a notizie nazionali. Io la invitai rispettosamente a trattare contingenze più significative. Tant’è che poi non se ne è parlato più. Significa che ci sono delle farfalle nella vita pubblica che poi con il tempo si dimostrano tali. La procura parallela; sarebbe utile capire se ci sono altri elementi. Non ho elementi per capire. So solamente per esperienza che bisogna credere strenuamente e a tutti i costi nello Stato. Anche quando alcuni pezzi dello Stato lavorano contro la Stato. La mia esperienza è stata quella di credere sempre nello Stato. Lo Stato inteso come politica, inteso come giustizia, come polizia. In tutti i suoi poteri. Io sono molto tranquillo e molto sereno: uno perchè i miei comportamenti quotidiani sono assolutamente trasparenti. Poi sono nella vita pubblica da molti anni e non c’è impresa, non c’è professionista, non c’è cittadino di questa regione che può dire di aver subito atti di prepotenza o di altro genere da parte del presidente della Regione. Sono molto rispettoso. Capisco che il dibattito politico istituzionale ogni tanto si accende su alcuni toni. Ma conoscendo il mio comportamento quotidiano, questa fase non la vivo con impazienza ma con la massima serenità. Capisco che ci saranno momenti in cui tutto apparirà più semplice, più chiaro. L’anno scorso sembrava che dovesse cadere il mondo sui coca party e poi non è successo nulla. Credo che sarà lo stesso anche su questa cosa: tra un paio di settimane non se ne parlerà più. Poi per il resto non ho elementi per aggiungere altro. Voi giornalisti continuate a fare il vostro lavoro che io rispetto e non reagisco quasi mai. Le cose che avevo da dire nel corso degli anni le ho sempre dette. Sarà difficile sorprendermi su questi argomenti in maniera scomposta fino a che avrò equlibrio di testa. Sarà molto difficile. Ripeto rispetto il vostro suolo e spero che voi rispettiate le nostre parole e anche i nostri silenzi».
Salvatore Santoro
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