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L’Adiconsum crotonese scende in campo contro la politica dei tagli di Trenitalia che con il piano treni per il 2012 isola definitivamente il Sud e Crotone, e formula anche una serie di proposte. Per l’associazione dei consumatori la decisione di Trenitalia «impedisce ai cittadini del sud di scegliere il mezzo più adeguato alle proprie esigenze e possibilità inibendo ogni iniziativa di natura imprenditoriale, lavorativa, d’istruzione nonché atta a soddisfare bisogni primari ed indispensabili della persona umana quale, ad esempio, il diritto a ricevere la giusta assistenza sanitaria in strutture italiane (e pertanto sovvenzionate con i soldi di tutti i cittadini italiani), nonché a soddisfare ogni bisogno costituzionalmente garantito e protetto».
Il presidente Giuseppe Grisafi, poi, evidenzia anche l’utilizzo di «convogli vecchi e fatiscenti che costringono i viaggiatori a condizioni di viaggio indegne anche ad un trasporto bestiame».
Oltre a sottolineare che la decisione di tagliare i treni di lunga percorrenza in Calabria rappresenta un grave danno sia per le imprese che per il turismo, per Grisafi si è di fronte anche ad uno «spreco di denaro pubblico per il rifacimento delle stazioni FS di fatto soppresse da Trenitalia (si prenda ad esempio la stazione di Cirò Marina costata per la ristrutturazione – dopo essere stata chiusa – 300.000,00 euro circa)».
Grisafi, poi, scrive che sussistono anche «dubbi sulla trasparenza e liceità dell’azione della pubblica amministrazione regionale sull’investimento dei fondi pubblici: se il trasporto ferroviario è stato smantellato, e questo è notoriamente finanziato per due terzi dal pubblico, dove e come sono stati investiti i soldi dei contribuenti meridionali destinati all’inesistente trasporto ferroviario, nonché come sono stati gestiti e soprattutto dove sono stati reinvestiti i soldi guadagnati da Trenitalia e società annesse, nella dismissione del patrimonio immobiliare pubblico (ad es. vendita dopolavoro ferroviario di Crotone, vendita piazzale della stazione nel comune di Crucoli Torretta)».
Non si limita alle proteste, però, l’Adiconsum, è formula anche una serie di proposte. «Creare un comitato che riunisca tutti i sindaci dei comuni interessati, i rappresentanti delle parti sociali, le istituzioni quali i prefetti, le Camere di commercio e tutte le associazioni interessate al fine di promuovere la sensibilizzazione presso la cittadinanza della problematica adottando le dovute iniziative; coinvolgere le altre sedi provinciali di Adiconsum interessate dal disservizio; inoltrare ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo; promuovere una petizione popolare pacifica da parte di tutti i giovani, facendo un passa parola attraverso facebook e inviando, ognuno di loro una lettera al Presidente della Repubblica; inoltrare richiesta di parere motivato con avvio di relativo procedimento amministrativo ex legge 231/90 al Ministero dei Trasporti circa le politiche di smantellamento ferroviarie poste in essere e sottoposizione eventualmente alla Corte Costituzionale di un giudizio di para legittimità costituzionale». Tra le altre iniziative, «promuovere un accesso agli atti amministrativi presso gli uffici competenti della Regione Calabria per appurare le modalità di distribuzione dei fondi destinati ai trasporti ed in particolare, capire se vi è stato nell’ultimo decennio un investimento equo per il trasporto su rotaie e trasporto su gomme e qualora risultino ingenti investimenti sulla rete ferroviaria appurare dove, visto lo smantellamento generale, gli stessi sono stati investiti con le relative motivazioni; fare ricorso alla Corte dei conti qualora risulti lo spreco del denaro pubblico destinato al settore trasporti; inoltrare richiesta di parere motivato alla Comunità Europea sui finanziamenti per la ristrutturazione delle stazioni della linea ionica intervenuti quando già era in atto lo smantellamento della linea al fine di appurare perché i fondi sono stati investiti su strutture destinate all’inutilizzo e non – visto che era noto il progetto di Trenitalia- su altre opere infrastrutturali che avrebbero potuto fruttare effettivo beneficio per tutti i cittadini meridionali».

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