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di PARIDE LEPORACE
I nuovi assetti della sanità locale sono cartina di tornasole dei nuovi equilibri della politica lucana e diventano utili all’opinione pubblica per comprendere quello che si muove e magari anche per conto di chi e che cosa. E’ evidente che il patto tra i due presidenti (leggasi De Filippo e Folino) regge e marcia per convergenze parallele, probabilmente su obiettivi diversi nella futura Terza repubblica dislocati tra Potenza, Roma e forse Bruxelles.

Cosa cambia dopo le nomine nella sanità

di PARIDE LEPORACEsegue dalla prima
De Filippo, illuminato dallo stellone e sempre ben scudato da pericoli inattesi, continua a manifestare una bulimia di potere pantagruelica e spesso (ma non sempre, per fortuna della Basilicata) antinomica con l’interesse pubblico. Folino, in stretto accordo con Bubbico, ha materializzato un colpo da maestro da un punto di vista tattico e allo stesso tempo ha proposto, con Mareggi, un manager estraneo al suo mondo di riferimento dimostrando due questioni, a nostro modo di vedere. La prima è che quando l’alta burocrazia diventa autoreferenziale e trasversale puo’ facilmente essere messa da parte. La seconda è che alcune scelte possono anche essere effettuate fuori dai circuiti convenzionali puntando sull’efficienza e la professionalità. A nostro modo di vedere quest’ area politica si muove nei termini moderni della lobby. Si tratta di un lobbismo democratico utile e necessario, inevitabilmente non perfetto, ma che spesso ha prodotto buoni risultati. Assetti granitici hanno inevitabilmente prodotto bradisismi e annunciano cambiamenti. Cerchiamo di fornire una piccola mappa di navigazione.

QUINTO, IL PIERINO INDISPENSABILE. E’ il Mazarino della sanità lucana. Democristiano di lungo corso, efficiente, ottime relazioni, mai una parola fuori posto, ha anche abbandonato il settore quando è stato necessario un transito altrove. Oggi è uomo chiave del Dipartimento e braccio destro dell’assessore Martorano. L’area cattolica lo vuole prossimo direttore amministrativo del nuovo manager Giampiero Maruggi, un metodo elegante per marcare l’area governata dai rossi del Pd e allo stesso tempo per affiancare un uomo della finanza con un tecnico della sanità di provata esperienza. Il nuovo incarico avvicinerebbe Quinto a casa evitandogli pendolarismi quotidiani, ma segnerebbe una deminutio nella gerarchia. Chi lo conosce bene al cronista confida che se gli sarà chiesto con la sottolineatura dell’indispensabilità necessaria, come in altre occasioni il dottor Quinto “si metterà a disposizione”.

GLI SCONTENTI MATERANI. La nomina di Giampiero Maruggi ha lasciato l’amaro in bocca a molti. Ha destato sconcerto la piccata (si fa per dire) reazione del dotto e sempre allineato Viti. Era all’oscuro di tutto e anche il buon Vincenzo sperava per un rinnovo di Gaudiano. Non credo rappresenti un grave problema. Piu’ serio quello della corrente Antezza- Braia che aveva puntato sullo stesso cavallo sconfitto. Conoscendo le baldanze di famiglia potrebbero rifarsi sull’incolpevole sindaco Adduce. Enzo “Sandokan” Santochirico ha invece il merito di non far giri di parole e con un articolo oggi in pagina spiega dissenso e posizione esprimendo linguaggio chiaro. A mio modesto parere, il suo ragionamento ha un solo torto, quello d’inseguire il pennacchio borbonico materano. Capisco il consenso, ma certo populismo è meglio lasciarlo ad altri. Più utile un confronto serrato e diretto con Folino per rafforzare i propositi più volte espressi.

LO SCOMODO COMODO. Nessuno aveva messo in conto la sua intemerata africana. Egidio, broker e finanziere di mestiere, negli ultimi tempi ha assunto un ruolo forte nel Pd. Ha contribuito a far nominare Martorano come assessore alla Sanità. Ha blindato e difeso ogni scelta del segretario Speranza. Pensava di avere molta voce in capitolo e in modo autonomo, senza essere associato a Luongo. Aveva chiesto la conferma di Gaudiano e sponsorizzato altri nomi. Ma, soprattutto, in molti sostengono che non sopporti visceralmente Maruggi. La vacanza africana volge al termine, si vedrà presto se la rabbia è sbollita.

MARGIOTTA IN PANCHINA. Il deputato dell’area Franceschini ha preferito concedersi una vacanza. Ha molto da meditare, rimuginare e comprendere. Radio fante sostiene che ha ricevuto i classici mari e monti per far passare le nomine. Al cronista risulta che l’assessore Restaino in giunta per ore ha sbarrato il passo a De Filippo come Leonida alle Termopili. Non sappiamo se Erminio sia morto o vivo (politicamente) e in che rapporti con il suo amico deputato. Sul finire di gennaio e a rimpasto di giunta fatto capiremo.

LA SINISTRA DIFFUSA E DIVISA. Non appaia peregrino e inutile questo paragrafo. Di sinistra c’è bisogno ma è la stessa sinistra che si rende la vita difficile. L’anima più movimentista di Sel per il lunedì dopo le vacanze ha organizzato un convegno di ampio respiro. Da Roma arriverà Alfonso Gianni, si risentirà la voce esperta di Giacomo Schettini, partecipa il compagno Califano di Decanter. Il segretario Carlo Petrone come un commissario russo della Terza internazionale in Spagna ha tentato di fermare l’iniziativa: prima ha chiesto al partito nazionale di sconfessare l’assemblea, poi ha tentato d’impedire di concedere la sala del Consiglio regionale dove, ben ricompensato, lavora, rimediando solo una brutta figura. Al convegno interviene il sottosegretario del governo Monti, il lucano Giampaolo D’Andrea, e non si banalizzi questa presenza come un semplice confronto istituzionale. Ben prima della nascita del governo Monti, Decanter e l’ex senatore De Siena guardavano ad una ristrutturazione del loro organo di stampa iniziando un dialogo molto serrato con l’area cattolica rappresentata da D’Andrea. Qualcosa bolle nel ribollente calderone del Partito regione e potrebbe riservare grandi sorprese.

RIFLESSIONE FINALE. Riportiamo oggi sul Quotidiano i contenuti di un’informativa della Squadra mobile di Potenza che indica in termini perentori, troppo perentori, il parlamentare Antonio Luongo come referente e protettore di un agente bruciato dei servizi e al centro di un caso di dossieraggio politico. Riteniamo grave che un deputato venga fatto oggetto di affermazioni così inequivocabili senza che nessuno si sia posto il problema di apporre un omissis su certe prose poliziesche, vogliamo sperare non precostituite e di parte. Ci assumiamo l’onere noi di difendere l’onorabilità del deputato che gode anche dell’immunità, perché è con questi atti che la nostra democrazia viene messa in discussione. Speriamo di non rimanere voce isolata e che il Pd lucano abbia il coraggio di difendere il suo parlamentare. Altrimenti qualche procura occulta e parallela forse, per l’ennesima volta, sta cercando di confondere le acque torbide di certi palazzi lucani.

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