2 minuti per la lettura
Una storia squallida, fatta di disagi e di violenza che vede un padre, accusato di abusi sessuali sul figlio di soli sei anni. Le indagini preliminari sono state appena chiuse dal pubblico ministero Donatella Donato, della Procura di Cosenza, col relativo avviso che è stato notificato al diretto interessato. Il genitore indagato, a piede libero, ha 40 anni ed è originario di un paese della Valle dell’Esaro, dove avrebbero avuto luogo gli approcci di natura sessuale. Alla sua imputazione si è giunti dopo una denuncia presentata da una suora, responsabile di una Casa Famiglia di Cosenza, dove il piccolo vive dal 2009 per una serie di problemi familiari.
Il bimbo avrebbe infatti iniziato a parlare con la religiosa e alcune educatrici di quelle strane “attenzioni” che il padre pare fosse solito riservargli quando, lasciata temporaneamente la Casa Famiglia, ritornava a casa dai suoi per il fine settimana. La suora lo scorso mese di marzo ha così presentato una denuncia presso l’Ufficio Minori della questura di Cosenza. Una informativa è stata poi inviata in Procura, col procuratore capo Dario Granieri che ha affidato il caso a uno dei pubblici ministeri del pool anti-violenza, del quale fa parte appunto il pm Donato.
I fatti contestati, sempre secondo il racconto del bambino, si sarebbero materializzati tra la fine dello scorso anno e il febbraio del 2011, tutti a casa dei genitori. Tre, nello specifico, i capi di imputazione contestati al signor Franco (il nome è sempre di fantasia), difeso dagli avvocati Maurizio e Valerio Vetere, del foro di Cosenza.
Per quanto riguarda il primo, il genitore deve rispondere di “atti sessuali con minorenne”. Questo perchè avrebbe toccato con insistenza le parti intime del figlioletto. Relativamente al secondo capo di imputazione, l’indagato è accusato di “corruzione di minorenne”. Avrebbe cioè costretto il figlio a guardarlo mentre si masturbava. Il terzo e ultimo capo di imputazione è quello di “violenza sessuale su minore”.
L’indagato viene cioè chiamato in causa “per aver, più volte, con violenza consistita nel mettere la sua manina (riferita al bimbo) sui propri genitali, compiuto atti sessuali nei confronti del figlio minore”. Accuse gravissime, che però il presunto padre pedofilo respinge con fermezza. La difesa, a tal proposito, si sta adoperando per predisporre una propria indagine. Il piccolo dopo la denuncia presentata dalla suora è stato sentito da alcuni esperti di neuropsichiatria infantile che hanno accertato un lieve deficit cognitivo, causato anche dalla sua disagiata condizione familiare. In merito ai reati prospettati si è giunti alla conclusione che i suoi atteggiamenti sono forse condizionati da quegli abusi, anche se nel corso degli incontri non ha fatto cenno delle presunte violenze. L’indagato ha ora i classici venti giorni di tempo per produrre memorie o chiedere di essere interrogato.
Il piccolo intanto, su ordine del Tribunale dei Minori, continua a stare nella Casa Famiglia e dallo scorso mese di aprile, inoltre, non fa più ritorno a casa nei fine settimana.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA