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(AGI) – Vibo Valentia, 30 dic. – Ripopolare i fondali vibonesi di astici, il più grande e pregiato crostaceo del Mediterraneo. È questo l’obiettivo del progetto promosso dal Parco marino regionale Costa degli Dei, in collaborazione con l’Università della Tuscia di Viterbo, nell’ambito del bando regionale finanziato dal Fondo europeo pesca (Fep), per l’adozione di misure finalizzate alla salvaguardia della flora e fauna acquatica. Il progetto, sostenuto anche dall’assessorato provinciale all’Ambiente, guidato da Martino Porcelli, può contare su un plafond complessivo di circa 200mila euro. Ieri pomeriggio, dunque, 25mila «giovanili» (esemplari che hanno concluso la fase larvale in cattività) di astice europeo, nome scientifico homarus gammarus, sono stati rilasciati nella zona di Capocozzo-Sant’Irene, da un’imbarcazione salpata dal porto di Tropea.
L’iniziativa, sostenuta sin dall’inizio dall’ex presidente del Parco marino regionale, Antonio Montesanti, e da quello attualmente in carica, Vincenzo Graziano, si è avvalsa della collaborazione tecnica del biologo marino Roberto Minervini e dell’ingegner Dario Giuliano. Il progetto, di carattere sperimentale, si ispira a tentativi simili che già hanno prodotto ottimi risultati in Giappone e Norvegia, ed esprime anche una forte valenza scientifica grazie alla partecipazione degli esperti del Centro ittogenico dell’Università della Tuscia, che sono stati impegnati nei preparativi per alcuni mesi. Sul molo del porto di Tropea, ad assistere alle operazioni di imbarco, anche i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste e di categoria, tra cui Legambiente, Accademia Kronos e Coldiretti.
Il ripopolamento è stato effettuato a largo di Briatico, in un tratto di mare ricco di poseidonia, al fine di favorire l’insediamento dei giovani esemplari di astice, che in meno di due anni saranno pronti a riprodursi. Lo scopo è duplice: arricchire l’ecosistema marino della costa vibonese e fornire al settore ittico ed a quello della pesca sportiva una nuova importante risorsa, attraverso attività di prelievo controllato. Tra qualche mese, inoltre, è prevista una seconda «semina» con tremila esemplari già in fase bentonica, cioè di crescita più avanzata. «La Provincia sostiene con convinzione questo progetto – ha commentato l’assessore Porcelli -, perchè esprime un alto grado di compatibilità ambientale, una forte valenza scientifica e, questo è l’auspicio, anche un’importante opportunità di sviluppo del comparto locale della pesca. Un’iniziativa, insomma, che prelude ad attività simili che saranno realizzate anche dai costituendi Gruppi di azione costiera, fortemente voluti dall’Amministrazione De Nisi».

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