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SI TERRANNO questa mattina, alle ore 10.00, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Genzano di Lucania i funerali delle tre vittime della strage della vigilia, Maria Antonia Di Palma, 55 anni, e i figli Matteo e Maria Donata Menchise, 27 e 31 anni, uccisi dalla furia omicida di Ettore Bruscella, pensionato di 77 anni, per rancori di vicinato. Sarà lutto cittadino con bandiere a mezz’asta e saracinesche abbassate, secondo quanto stabilito con ordinanza del sindaco di Genzano, Pasquale Vertulli. L’amministrazione ha fatto anche affiggere dei manifesti listati a lutto in cui la comunità esprime «immenso dolore» e delle vittime ricorda «l’esemplare correttezza, l’attaccamento alla vita e la disponibilità verso gli altri».
Ieri intanto, a maggiore dimostrazione dell’abbraccio dei compaesani, è stata affollata da centinaia di persone la camera ardente allestita dalle prime ore del pomeriggio nella chiesa del Sacro Cuore, più conosciuta come chiesa del Convento, quando i corpi sono rientrati da Potenza. Familiari, amici e conoscenti dei Menchise sono arrivati per dare l’ultimo saluto alle vittime della strage prima dei funerali di stamane a cui non parteciperà Nardino, il capofamiglia sessantunenne, che è ancora ricoverato nel reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale San Carlo di Potenza.
I medici sono riusciti a intervenire con successo sulle ferite aperte dai pallettoni che gli hanno colpito la gamba ma preferiscono ancora tenerlo sotto osservazione. Soltanto l’anno scorso Nardino Menchise, titolare di un’officina meccanica che il figlio Matteo aveva trasformato in un negozio di ricambi per auto, si era già sottoposto a un intervento per un tumore al cervello e la situazione merita un’attenzione particolare.
Alle celebrazioni in prima fila dovrebbe esserci invece Luigi, il maggiore dei figli, professore di filosofia in un istituto secondario del milanese, che non era presente al momento della strage ed è accorso sul posto quand’era già troppo tardi per intervenire.

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