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Il 2011 si chiuderà, per l’economia lucana, «con una crescita prossima allo zero (0,2 per cento)». La previsione è basata sui dati elaborati dal Centro studi di Unioncamere Basilicata relativa al terzo trimestre dell’anno.
Il presidente di Unioncamere lucana, Angelo Tortorelli, ha sottolineato che i consumi delle famiglie sono «pressochè fermi nel 2011» e che vi è stato anche un «minore apporto della domanda estera». In particolare, per quanto riguarda l’industria manifatturiera, «nel periodo luglio-settembre, la produzione industriale in Basilicata ha accusato una flessione tendenziale del quattro per cento, dopo una prima metà del 2011 in cui il trend recessivo aveva mostrato un certo rallentamento».
Analizzando la situazione settore per settore, «un incremento della produzione (2,8 per cento)» è stato registrato solo in quello della macchine elettriche ed elettroniche. Tutti negativi gli altri: quello del tessile-abbigliamento, peraltro, ha fatto segnare un meno 14,2 per cento. Unioncamere ha stabilito che «a livello territoriale, il bilancio dell’attività industriale nei primi nove mesi dell’anno fa registrare un meno 3,7 per cento nella provincia di Matera e un meno 2,6 per cento in quella di Potenza, sebbene nell’ultimo trimestre l’intensità della flessione produttiva sia risultata pressochè analoga».
Una «netta flessione» ha fatto registrare, «per il secondo trimestre consecutivo», il settore delle esportazioni, anche se, «grazie al forte rimbalzo registrato nel primo trimestre, il bilancio dei primi nove mesi dell’anno è di segno lievemente positivo».
Ad ogni modo, l’industria dell’auto nel terzo trimestre ha ridotto il «fatturato estero» del 23,4 per cento, «il peggior risultato dall’inizio della crisi», ha evidenziato Unioncamere.
In controtendenza, invece, «il comparto agroalimentare (16,1 per cento), che ha recuperato le perdite accusate nel secondo trimestre (che furono pari al 12,1 per cento) e quello del prodotti energetici (25,4 per cento), il cui trend è soggetto a forti oscillazioni, che riflettono anche gli andamenti delle quotazioni petrolifere sui mercati internazionali».
Unioncamere ha definito «peggiorata ulteriormente la dinamica del commercio nel terzo trimestre 2011, con un calo delle vendite al dettaglio che ha raggiunto il 5%, dopo aver sfiorato il 3% nel trimestre precedente». Inflazione e calo del potere di acquisto delle famiglie stanno «mettendo a dura prova la tenuta del comparto, che da lungo tempo ormai chiude i conti in rosso». Per quanto riguarda i prezzi, la ricerca ha espresso «preoccupazione» per l’aumento dei generi alimentari, pari al 4,7 per cento a novembre, «è hanno interessato soprattutto la frutta, i prodotti lattiero-caseari e quelli della filiera cerealicola».
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