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Si sono dimessi e autosospesi i due dirigenti sindacali del Sul e del Coordinamento dei Portuali, finiti nell’occhio del ciclone dopo aver pubblicato su social network “Salviamo il Porto di Gioia Tauro” foto e commenti sulla drammatica morte di Guido Rossa, il sindacalista della Cgil ammazzato dalle Brigate Rosse a Genova. Mimmo Macrì uno dei due dirigenti sindacali del Sul messo sotto accusa dalla Cgil ha inviato ieri mattina, una lettera alle segreterie nazionali e regionali del Sul, con la quale annuncia la sua autosospensione dal sindacato: «Nel ribadire l’assoluta involontarietà a colpire o danneggiare o offendere istituzioni, né tantomeno avallare atti violenti, preso atto che la mia battuta, che tendeva – ha scritto Mimmo Macrì – a smorzare i toni e a gestire i forti malumori – ha creato una giustificata reazione di condanna perché può essere frainteso l’intento, in attesa che venga chiarita la situazione incresciosa che si è venuta a crea e per non dare adito a strumentalizzazioni, comunico l’autosospensione dagli organismi sindacali».
Un’altra missiva questa volta di dimissioni dagli incarichi sindacali l’ha inviata anche Rocco Italiano, colui che utilizzando lo pseudonimo “Rocco Talianu” e che ha inserito sul sito le foto di Guido Rossa ucciso e delle pallottole: «Relativamente a quanto pubblicato su facebook – ha scritto Italiano nella sue lettera di dimissioni dal Sul – cosa della quale mi pento, perché non appartiene alla mia etica personale, nel ritenere che le responsabilità sono personali e che il sindacato non ha nulla a che fare con quanto accaduto, al fine di chiarire le responsabilità e non dare adito a strumentalizzazioni rassegno le mie dimissioni dagli incarichi sindacali con effetto immediato».
Il Sul ha voluto sottolineare «l’assoluta distanza dell’organizzazione dai contenuti riportati e prendono atto delle dimissioni di Rocco Italiano e dell’autosospensione di Domenico Macrì dagli incarichi sindacali. La situazione che si è venuta a creare, anche se è frutto dell’esasperazione ambientale, non può e non deve essere giustificata, – dice il Sul – i problemi non si risolvono con la violenza e tutti gli atti che possono essere riconducibili ad essa li condanniamo a livello individuale e come organizzazione sindacale. Dobbiamo sottolineare l’atteggiamento responsabile di Italiano e Macrì che, resisi conto della destabilizzazione generata, hanno chiarito le loro responsabilità con una nota pubblica e rinunciato al ruolo sindacale. Conoscendo gli attori del gesto, siamo sicuri che non possono essere avvicinati alla violenza ne tanto meno alla ndrangheta. Su questi argomenti, viste le ripetute denunce ai media fin dalla nascita del Sul a Gioia Tauro, tutti i dirigenti del Sul hanno dato dimostrazione di essere “puliti”. Non può essere un superficiale e condannabile commento su facebook che rende criminali le persone. Condividiamo l’appello alla magistratura perché è l’unico mezzo per fare chiarezza e per far cessare le strumentalizzazioni. Il Sul, che affronterà il problema anche negli organismi interni fino a fare chiarezza totale, auspica che quanto accaduto possa essere l’elemento che avvicina e non allontana i sindacati per ribadire a gran voce la condanna alla violenza e l’impegno a difesa dei lavoratori».

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