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Motta San Giovanni (Rc), il paese di Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency rapito a Nyala nel Sud Darfur lo scorso 14 agosto ospiterà a fine dicembre, un’iniziativa organizzata dal comitato “Francesco Libero” composto da amici, parenti e conoscenti di Azzarà. «Abbiamo trascorso questi mesi – affermano i componenti del comitato – nella speranza di poter riabbracciare il nostro amico, più volte abbiamo sentito di rilascio imminente, di problema risolto, di questione di giorni per poi dover ricominciare a contare le ore, i giorni e i mesi. In questa iniziativa è nostra intenzione coinvolgere quanti, in questo interminabile periodo, hanno manifestato interesse per Francesco attraverso i social network, il web, le lettere, con la partecipazione alle nostre manifestazioni, la solidarietà espressa alla famiglia in qualsiasi forma, dalla più eclatante a quella più semplice e intima».
«Inviteremo a Motta San Giovanni, che per un giorno vogliamo capitale di questa nostra Italia – proseguono – tutte le autorità, tutti i soggetti che in questa vicenda hanno assunto un ruolo e ai quali chiederemo un impegno ancora maggiore, una partecipazione attiva, una manifestazione concreta dell’interesse per questo ragazzo, figlio di questa comunità che lo ha visto giocare, studiare, lavorare, impegnarsi per il sociale, realizzarsi nella vita. Dal Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, passando per il Ministro degli Esteri, l’Ambasciatore del Sudan in Italia, Emergency e tutte le istituzioni che adesso, oltre alla simbolica esposizione della gigantografia, vogliamo ancora più presenti, tutti saranno interpellati. Ognuno di loro sarà chiamato e sollecitato. La nostra non vuole essere una manifestazione contro qualcuno, ma per qualcuno. Siamo pronti a spostarci anche su Roma se sarà necessario a Quirinale, a Palazzo Chigi, alla Farnesina, all’Ambasciata del Sudan e alla sede di Emergency».
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