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I segretari regionali delle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Sergio Genco, Paolo Tramonti e Roberto castagna, hanno inviato un documento alla seconda Commissione permanente bilancio, programmazione economica e attività produttive della Regione in merito al disegno di legge recante sul Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012 e sul Bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014.
Cgil, Cisl e Uil regionali, si legge, come da tempo stanno sostenendo, anche in occasione di questa audizione, ritengono indispensabile che la Calabria, attraverso le sue rappresentanze istituzionali e sociali, riesca ad ottenere un tavolo col governo nazionale nel quale affrontare nel dettaglio la condizione di drammatico impoverimento diffuso e marginalità produttiva, con gravi rischi della tenuta sociale e democratica, nella quale è stata condotta, negli ultimi anni, non solo per gli effetti della crisi globale, ma dal combinato disposto di responsabilità nazionali e regionali».
Gli obiettivi principali – spiegano – devono essere: l’autorizzazione al superamento del vincolo del patto di stabilità; il recupero delle risorse sottratte in questi anni; il coordinamento e la promozione di un piano strategico e pluriennale per la bonifica, la difesa ed il restauro del territorio; l’impegno a sostenere un piano di contrasto al precariato a partire da quello pubblico: LSU, LPU, sanitario, scolastico, universitario, strutture decentrate dello Stato; l’estensione degli ammortizzatori sociali e di adeguate misure di contrasto alla povertà; la definizione di un piano organico di contrasto alla illegalità diffusa ed all’economia criminale, la valorizzazione del porto di Gioia Tauro, nell’ambito del sistema logistico nazionale, in relazione alla valorizzazione dell’area euromediterranea.
Sulla proposta di Bilancio i sindacati «accettano e rivendicano la sfida per la rideterminazione dei termini di composizione del bilancio. Intanto una prima riflessione che emerge dalla lettura della documentazione fornita è che la disponibilità di scelte di tipo discrezionale ammonta al 13,1% delle entrate previste, con l’assoluta e conclamata insufficienza a garantire la copertura finanziaria delle spese a legislazione vigente. Ciò conferma – scrivono – un preoccupante stato di salute dei conti della Regione che abbisogna di un correttivo delle dinamiche della spesa per rientrare nel patto di stabilità, per cui si conviene che appare improcrastinabile una riforma della finanza regionale, con interventi di carattere strutturale che evitino di far precipitare l’Ente in una situazone in cui non si è più in grado di garantire la sostenibilità finanziaria. Il bilancio – sostengono – deve essere ispirato ad una riqualificazione della spesa, alla salvaguardia e valorizzazione del lavoro, alla revisione dell’assetto organizzativo regionale, ad una rivisitazione della legislazione che determina il livello di spesa regionale corrente finanziata con le risorse autonome, ad una riforma e riorganizzazione strutturale dei servizi pubblici locali , degli enti strumentali e delle partecipate regionali. Certo è che i provvedimenti necessari per il risanamento non possono portare ad ulteriori aumenti della fiscalità locale, già tra le più alte d’Italia, per cui si dovrebbe operare in direzione di una riduzione della pressione fiscale sui redditi di pensionati e lavoratori calabresi, introducendo il principio della progressività al fine di non far pagare, ancora una volta, di più ai redditi medio- bassi».

I sindacati, inoltre «sollecitano il superamento dei ritardi con i quali la Giunta sta procedendo alla riforma degli assetti organizzativi, degli enti strumentali, delle società partecipate, rimandando per le proprie valutazioni, tra l’altro rese unitariamente, alle audizioni svolte nei mesi scorsi sulle ipotesi di riforma dell’ARSSA e dell’AFOR. Nel chiedere con forza la totale copertura della spesa occorrente per i lavoratori forestali e gli addetti alla sorveglianza idraulica, – si legge – i sindacati denunciano i ritardi inaccettabili circa il riassetto di livelli Istituzionali come le Comunità Montane, nelle cui more va garantita la copertura finanziaria, per tutto il 2012 e seguenti, a tutela del diritto al reddito ed al lavoro degli oltre 400 impiegati, il trasferimento delle deleghe al sistema delle autonomie. Occorre, inoltre, una seria riforma delle ASI, che vivono una preoccupante situazione di crisi, – si fa rilevare – con difficoltà a reperire le risorse per il pagamento delle competenze al personale, come già successo a Crotone e Vibo e come sta per avvenire a Reggio Calabria, dove è in atto un contenzioso per il riassetto amministrativo e gestionale». Il Sindacato calabrese ritiene urgente un riordino organico delle funzioni in materia di aree produttive,”nell’ambito – si legge – di una strategia di politica industriale che deve essere definita a livello regionale, sostituendo agli attuali 5 consorzi di sviluppo un’unica agenzia regionale o, in alternativa, in dipartimenti regionali, sotto il controllo diretto di un unico organismo politico preposto al coordinamento e alla pianificazione delle rinnovate competenze».

Per ciò che riguarda i fondi strutturali 2007/2013 «si deve mirare alla spendibilità delle risorse che, se adeguatamente utilizzate, determinerebbero un reale cambiamento della qualità della vita in Calabria. Per tali motivi si chiede chiarezza rispetto agli impegni finanziari della Regione in tema di cofinanziamento, beneficiando di quanto già deciso in tale direzione dal governo nazionale». Una priorità assoluta, si legge, «assume il tema della riduzione dei costi strutturali della politica, a partire da una drastica riduzione della composizione del consiglio regionale; delle spese di funzionamento dello stesso, nonchè della riduzione dell’organizzazione della Giunta regionale; da una riduzione dei costi per consulenze ed incarichi esterni».

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