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POTENZA – E’ stato condannato a 16 anni di prigione Pietro Materi (in foto), il maestrino di Tricarico accusato di abusi sessuali su due giovanissimi studenti disabili di Matera e del suo paese. Lo ha deciso il collegio del Tribunale di Potenza, presieduto da Candida De Angelis con i giudici a latere Ivana Salvatore e Federica Villano. Il pm Annagloria Piccininni al termine della sua discussione, in cui ha ripercorso minuziosamente l’accaduto, aveva chiesto poco di più, 17 anni in tutto.
Materi è in carcere dal 25 giugno del 2010, quando gli agenti della polizia postale hanno fatto irruzione nella sua abitazione in vico II San Francesco a Tricarico. L’inchiesta era partita da Torino dove era stato intercettato un traffico di dati pedo-pornografici online: video e immagini raccapriccianti, con bimbi utilizzati per i giochi perversi di un gruppo di persone sparse tra i cinque continenti. All’inizio i sospetti si erano concentrati su un suo vicino di casa che risultava titolare della connessione da cui passavano i dati in entrata e in uscita. La perquisizione aveva dato esito negativo ma solo un colpo di fortuna ha evitato che saltasse la copertura.
Quando gli investigatori erano pronti a spiccare un mandato d’arresto nei suoi confronti i computer della polizia avrebbero infatti registrato un nuovo flusso di dati scottanti. Dato che a casa del vicino di Materi in quel momento non c’era nessuno, sarebbe stato chiaro che qualcosa non andava per il verso giusto. Qualcuno si doveva essere connesso alla sua rete senza fili. Dopo aver raccolto informazioni sui residenti della zona il cerchio si è stretto attorno al maestrino e dall’esame del suo archivio informatico è venuto fuori di tutto.
Materi aveva raccolto una quantità di materiale illegale, nascosto in un hard disk criptato che non ha retto agli attacchi dei cyber poliziotti. In alcune immagini gli investigatori hanno riconosciuto l’orologio che portava al polso. Hanno colto lo sguardo smarrito di quei bambini indifesi. Così l’orrore di quanto accaduto è venuto fuori nella sua interezza. Quel giovane insegnante di sostegno si era approfittato di due bambini disabili di 8 anni che gli erano stati affidati tra il 2006 e il 2009 alle elementari “Monsignor Raffaello delle Nocche” di Tricarico, e “Luigi Guerricchio” di via Fermi a Matera . Al primo era andata meglio: lo aveva accompagnato in bagno e gli aveva scattato delle fotografie. Con il secondo invece doveva averci preso gusto: le immagini lo ritraevano mentre si masturbava e lo costringeva a un rapporto orale. I genitori non ne avevano mai saputo nulla. D’altronde i due bimbi non sarebbero stati in gradi di riferirlo e questo il loro insegnante lo sapeva bene, forse addirittura meglio di tutti. Per questo se ne sarebbe approfittato. Fin qui il processo per cui i giudici lo hanno condannato a 16 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dall’insegnamento, e al risarcimento delle vittime difese dgli avvocati Rocco Stasi, Pancrazio Marsilio e Bruno Oliva. Ma non è finita.
Scavando nell’hard disk di Materi gli inquirenti avrebbero scoperto altre immagini raccapriccianti con un bambino costretto a subire violenze sessuali da diversi uomini. L’indagine della polizia italiana si sarebbe incrociata con quella dei colleghi svizzeri che nel 2008 avevano arrestato un uomo scoperto a prostituire il figlio con amici e avventori. Tra questi ci sarebbe stato un italiano che non erano mai stati in grado di identificare. Materi avrebbe ammesso di aver pagato 3/400 per far sesso con quel bambino e in un altro processo dovrà rispondere anche di questo.
Restano invece le ombre sui suoi viaggi nel sud est asiatico. In queste trasferte agli antipodi del globo dove la prostituzione minorile è un fenomeno molto diffuso gli inquirenti non sono stati in grado di accertare cosa sia realmente accaduto. Materi in proposito non ha fatto concessioni pur avendo ammesso di essere in contatto con persone del posto che condividevano le sue stesse perversioni.

lama

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