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POTENZA – Restaino di nuovo bellicoso nei confronti dei dirigenti del Partito democratico lucano. La “tregua” non ha retto. La “polveriera” Pd è saltata. Non era difficile prevederlo. Piuttosto ha già del “miracoloso” che sia durata più di un mese. Dal dibattito in Direzione regionale a ieri.
Ma è bastata una scintilla per far “esplodere” di nuovo Erminio Restaino (in foto). E nella sostanza l’assessore regionale del Partito democratico non ha cambiato “registro” nell’usare parole durissime nei confronti di chi guida in Basilicata il Partito democratico. E cioè Roberto Speranza. Lo aveva fatto in Direzione e si “ripete” ieri nella lettera che ha inviato allo stesso Speranza, al responsabile dell’organizzazione del partito, Arduino Lospinoso, al vicesegretario regionale Marcello Pittella e per conoscenza anche al segretario provinciale di Potenza, Antonello Molinari.
Una lettera quella di Restaino che nei toni trova pochi precedenti. La miccia che ha fatto esplodere Restaino è stata la sua esclusione da un incontro del Pd che si svolgerà lunedì prossimo a Melfi. Non un incontro qualsiasi però. Si tratta della tappa della Conferenza programmatica dedicata al “Focus” sull’Industria.
Insomma nel programma pubblicato ieri sul sito ufficiale del Pd di Basilicata, è prevista la presenza i Enrico Ceccotti, responsabile nazionale Pd per le politiche industriali e quella di Filippo Bubbico, capogruppo Comissione Industria del Senato. Non solo. Ci saranno anche gli ospiti: il presidente di Confindustria Basilicata Pasquale Carrano e i rappresentanti (non sono specificati i nomi) dei sindacati, Cgil, Cilsl e Uil. E per concludere oltre ovviamente a Speranza è previsto l’intervento del presidente della giunta, Vito De Filippo.
Insomma un incontro tematico sulle tematiche industriali regionali al quale non è stato invitato “solo” l’assessore alle Attività produttive. Un non senso. Sarebbe stato uno “sgarbo” anche per un assessore che non fosse stato del Pd stesso. Ma non invitare il “proprio” assessore sulle tematiche di cui è competente per tutta la Regione è un atto di guerra.
Evidentemente (inteso che non può certo essere stata una dimenticanza) la segreteria regionale di Roberto Speranza non considera più Erminio Restaino un assessore della giunta De Filippo. Non ci sono altre spiegazioni. Ma comunque non se ne comprende la motivazione se non proprio per “provocare” la reazione di Restaino.
Puntuale. Questi alcuni passaggi della lettera dell’assessore del Pd: «Non mi sfugge il meschino tentativo di “espulsione strisciante” messo in campo, ciononostante parteciperò all’incontro in programma per offrire ai partecipanti notizie sul lavoro compiuto dal Dipartimento regionale alle Attività produttive peraltro giudicato straordinariamente positivo dal partenariato economico e sociale della Regione Basilicata».
Restaino dunque “ricordando” gli attestati sul buon lavoro compiuto alle Attività produttive ricevuti nelle scorse settimane da Confindustria e da altri soggetti del settore, non accetta l’esclusione e “promette” di presentarsi all’incontro anche senza essere stato invitato.
Visto il precedente della Direzione regionale in cui in una ventina di minuti Restaino non fece sconti a nessuno parlando di sciacallaggio politico nei propri confronti, di procure parallele alla Regione, di “congiure” di partito e tanto altro c’è da attendersi di tutto in quella sede.
Ma Restaino in ogni caso non ha atteso fino a lunedì. Perchè nella lettera non ha mancato di tuonare: «Il volgare comportamento messo in campo dalla segreteria regionale del Pd è inqualificabile e mi spinge sempre più ad una azione risoluta affinchè il Pd di Basilicata non scivoli definitivamente nel truogolo nel quale lo si sta portando. Tanto dovevo».
Difficile immaginare parole più forti. Un truogolo (o trogolo) nella più elegante delle ipotesi indica un contenitore per l’acqua piovana nella più comune indica la mangiatoia dei maiali.
In ogni caso è evidente che il “caso” è esploso. Che ci fosse “maretta” in vista in realtà lo si poteva comprendere dal volto scuro di Restaino martedì scorso in consiglio; rispetto alle ultime uscite appariva in effetti meno sereno. Ma che si arrivasse a questo, sinceramente, era difficile da prevedere. Tanto più che con la verifica di giunta aperta e con un De Filippo che evidentemente dopo i fatti della Direzione era alla ricerca di una soluzione “soft” non era lecito attendersi un’accelerazione così “drammatica” della vicenda. Strategia saltata. Ora tutto è possibile. E con un Salvatore Margiotta (il leader della Franceschini) che è in Sudafrica a nome del Parlamento per la Conferenza sul clima e che non può nemmeno tentare di mediare la situazione è a dir poco incandescente.

Salvatore Santoro

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