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I fatti di Rosarno potrebbero ripetersi. Gli immigrati sono nuovamente sul piede di guerra: aspettano un alloggio altrimenti minacciano di scatenare un’ennesima rivolta. Gli extracomunitari africani, accampati attualmente in un vecchio centro di raccolta agrumicolo in via Passo Nicotera a Rosarno hanno di fatto creato un nuovo ghetto, identico a quello dell’ex Cartiera, di Rognetta e dell’Opera Sila.
L’ex centro di raccolta di proprietà privata si trova nella strada provinciale che collega Rosarno a Nicotera, una zona abitata, e le condizioni in cui vivono gli immigrati sono al limite: baracche di lamiere piena di sporcizia e con una ventina di materassi a terra; altre senza acqua, senza elettricità e senza gabinetti. Nell’angolo separato dal resto della città di Rosarno ci sono anche alcune tende smantellate fra vestiti appesi ai fili della corrente elettrica, fornelli a gas, teloni di plastica per ripararsi dalla pioggia e rifiuti di ogni genere: copertoni, bottiglie di vetro, una macchina distrutta, sedie e tavoli rotti. Nulla è cambiato dopo la rivolta. E gli africani protestano contro le condizioni disumane a cui sono costretti a vivere. Joe, nigeriano racconta: «Da due mesi stiamo in questo posto come gli animali» racconta uno di loro. Ci hanno promesso un alloggio a Rosarno ecco perché siamo tornati». Per quanto riguarda il lavoro: «Ogni mattina presto ci spostiamo sulla via nazionale, il più fortunato riesce a trovare una giornata di lavoro per la raccolta delle arance e dei mandarini. Siamo africani con regolare permesso di soggiorno». Una situazione dunque, che necessita d’interventi prima che la storia si ripeta.

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