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POTENZA – A difesa dell’ultima banca lucana. «Non è più tempo di richiami generici e populistici sul ruolo che gli istituti di credito possono e devono svolgere nel Mezzogiorno e tanto meno è tempo di richiami di natura etica. La vicenda della Banca Popolare Mezzogiorno (Gruppo Bper) che riguarda un’operazione volontaria di scambio (Ops) tra le azioni della Bper e quelle possedute dai soci di minoranza di sette banche appartenenti allo stesso gruppo bancario richiede un’iniziativa politica e istituzionale, a ogni livello, se non altro perché riguarda le sorti dell’ultima vera e propria banca ancora a partecipazione societaria di lucani dopo le Casse di credito cooperativo».
E’ questo l’auspicio del senatore lucano di Fli, Egidio Digilio (nel riquadro) che sulla questione annuncia un’interrogazione al premier e ministro all’Economia Mario Monti perché «fornisca una serie di chiarimenti investendo direttamente della questione la Banca d’Italia e la Consob anche, se necessario, con un’ispezione».
Il senatore finiano Digilio, insomma interviene sulla questione lanciata dal Quotidiano della Basilicata. Lo fa spiegando che «Il Quotidiano della Basilicata in articoli del 2 novembre scorso (https://www.ilquotidianoweb.it/it/basilicata/potenza_banca_popolare_mezzogiorno_cosa_si_muove_2011.htmlChe cosa si muove nella Bpmezz?) e di oggi 30 novembre (319646De Filippo, le banche, la Bpmez), a firma del direttore Paride Leporace ha sollevato “vari dubbi e perplessità sulle caratteristiche dell’operazione e soprattutto sul valore del concambio (100 azioni della BPMezzogiorno per riceverne in cambio 87)».
E quindi Digilio aggiunge ancora: «Viene inoltre ed opportunamente richiamata “la necessita’ di trasparenza in operazioni così delicate e importanti” che riguardano circa 20000 soci di minoranza, che detengono circa il 35 per cento della banca, in massima parte lucani e calabresi. Sempre negli articoli de Il Quotidiano della Basilicata si parla di “azioni poste in atto dalla stessa banca attraverso la sua rete commerciale che in queste settimane vede ad oggetto gli stessi soci di minoranza, proprio allo scopo di “convincerli” ad aderire all’Ops, senza fornire dettagli, ma semplicemente sbandierando una presunta “convenienza” dell’operazione».
Per questo il senatore sottolinea da parte sua che «è’ il caso di ricordare che la Banca Popolare del Mezzogiorno (Gruppo Bper) ha approvato, nella seduta del 9 novembre scorso, il rendiconto intermedio di gestione al 30 settembre 2011, con un’utile del terzo trimestre del 2011 che si attesta a 17,07 milioni di euro, registrando un consistente aumento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di oltre il 92 per cento. Per questo non si riesce a capire perché le azioni della Bper sono oggi quotate 4,59 euro e, invece, in ragione del rapporto di scambio, sono valutate intorno ai 3,9 euro»
«I risultati di questi primi nove mesi di attività – spiega quindi Digilio facendo riferimento al comunicato ufficiale degli organi della Banca – si dimostrano buoni anche sul fronte dei volumi amministrati. Crescono gli impieghi alla clientela (+3,12 per cento rispetto a fine 2010), a testimonianza del forte sostegno all’economia del territorio che la Banca continua a garantire nonostante il persistere del quadro congiunturale sfavorevole».
Il leader dei finiani della Basilicata Digilio, quindi allarga il ragionamento ai vertici politici e istituzionale lucani: «E’ evidente che qualcosa non quadra e che il governatore della Regione e con lui le forze politiche lucane farebbero bene ad interessarsi della questione. Abbiamo perso in Basilicata troppe banche finite sotto il controllo di gruppi nazionali del Nord ed internazionali per non far scattare l’allarme».

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