3 minuti per la lettura
di Sara Lorusso
L’IDEA è tanto semplice che non è «né di destra, né di sinistra». Appropriarsene? Dipende, dipende da quanto la città dimostrerà di esservi affezionata. Per adesso, questo gruppo di professionisti – architetti e ingegneri – ha fatto dono alla collettività del progetto, anticipandone un pezzo in rete, su un gruppo Facebook (“parco del Basento”, per chi volesse aderire o solo curiosare). Mica male per una città – per anni tutta cemento e sregolatezza – pensare di poter disporre di ettari di verde pubblico, proprio lì dove un tempo sorgeva la Cip zoo. Il team è tutto locale. A Gerardo Sassano, Antonio Graziadei e Michele Scioscia, si sono aggiunti negli ultimi tempi l’architetto Valentina Ungaro e l’agronomo Alberto Petrone. A via Pienza, base logistica dello studio Wop, dicono che di tanto in tanto ci sia aria di porto di mare. Perché questo gruppo di professionisti ragiona così, esperienza e condivisione, con chiunque, soprattutto cittadini comuni, abbia in dote entusiasmo e un suggerimento per rendere lo spazio pubblico a misura d’uomo. Anche l’idea del parco del Basento è nata per caso, con il suggerimento, preso a mo’ di sfida positiva, di un attivissimo blogger potentino, Astronik, per tutti Antonio Nicastro. «Voi che progettate in maniera sostenibile, perché non abbozzate in qualche giorno un progetto che restituisca la Cip zoo al verde e alla città?». L’area è in una posizione strategica del capoluogo, fuori dal regolamento urbanistico, sotto il controllo dell’Asi, al centro delle trattative sulla proprietà tra Comune di Potenza e Consorzio industriale. Oggi è la Regione ad averne potestà; è stata oggetto di un sequestro del Noe; è destinataria di appetiti privati e svariate ipotesi sulla destinazione che si sono succedute nel tempo (scuole, strutture sportive). Fatto sta che lo schizzo da buttar giù in pochi giorni, è diventato un anno di ricerca per il gruppo dello studio Wop (che nel frattempo, per lavoro, riqualificava la piazza di Abriola e realizzava altri interventi in giro per Italia e Basilicata). Ne è venuto fuori un progetto di parco attrezzato da sostituire all’ex porcilaia dell’area industriale, un tempo periferia, oggi area commerciale e direzionale di Potenza. La premessa è importante: nessuna finalità privata, lo studio non ha certo intenzione di appropriarsi eventualmente della realizzazione del progetto. Anche perchè, al momento, è davvero solo una proposta lanciata alla città, sperando che Potenza possa apprezzare, discutere e sognare, magari «costruire un movimento di opinione». Circa 87 mila metri quadrati di superficie (per inciso, più degli altri parchi cittadini oggi esistenti messi insieme), che potrebbero diventare davvero l’area verde della città per antonomasia, collegata con il futuro parco fluviale e il camminamento sotto il ponte Musmeci. Il progetto pensa anche a parcheggi (rigorosamente coperti con il fotovoltaico per illuminare con emissioni zero il parco). Recuperara gli alberi esistenti e ne impianta altri 800. Ipotizza solo due costruzioni minime per ospitare servizi di noleggio, accesso, bagni pubblici. Ce ne è per tutti i gusti: prato immenso (lettura, pic nic, quattro calci al pallone e, perché no, grandi concerti a Capodanno), laghetto con fito-depurazione (l’acqua piovana non si spreca), uno spazio per laboratori e museo (per conservare memoria del luogo), giardini e campo di graminacee, in cui riportare anziani e insegnare ai bambini il naturale corso delle stagioni. Il Wop ha persino previsto uno spazio giochi (in gomma riciclata), la buca per lo skateboard, piccole dolomiti per l’arrampicata e la fantasia dei writers. Quanto è colorata questa proposta, che si racconta da sè nello slogan, “la Potenza dell’immaginazione”. Quella che disegna (e insegue) il futuro.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA