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VIGGIANO – Più di qualcuno, mentre iniziava il sit in, si è chiesto, ma quanti sono della Val d’Agri, qui davanti al Centro Oli a protestare contro l’apertura di nuovi pozzi petroliferi e dell’ampliamento del Centro Oli? Pochi. Anzi se dobbiamo essere precisi, verrebbe da dire sempre i soliti, dalle signore del movimento Onda Rosa, ai rappresentanti di alcune associazioni della nascente Locomotiva a qualche non più amministratore valligiano. Ma di cittadini della Valle, non appartenenti a nessun organismo, niente da fare. Poi c’erano loro, gli organizzatori, chi da Potenza, chi dalla provincia di Matera ha raggiunto Viggiano nelle prime ore della domenica, per levare la voce: “basta con le perforazioni”, “tutela della salute e dell’ambiente”. Ma in modo particolare per lanciare un messaggio chiaro e diretto: «Noi esistiamo vogliamo essere ascoltati». Una manifestazione di protesta organizzata dalle associazioni Ribelli Web, Ehpa, United Global Change, 15 ottobre indignati lucani e il comitato Terre Joniche, che si sono ritrovati nel piazzale antistante il centro estrattivo , “armati” di megafono e cartelloni, alcuni con su scritto “ è tempo di reagire. Non ci facciamo minacciare. La salute e la vita sono diritti inalienabili e non risarcibili. Aria, Acqua e Terra Puliti”. “No alle malattie e no ai Tumori” e altri con attacchi alla politica come “Pd +Pdl = mafia”. Dalla voce del tenente di polizia provinciale, Giuseppe Di Bello. la motivazione della protesta: «Siamo qui – ha sollevato – per dire che noi esistiamo. Il popolo lucano non è mai stato ascoltato, ha sempre subito sulla propria pelle. Secondo la convenzione Arhus – accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale – la popolazione – spiega Di Bello – ha diritto all’informazione sull’aria, suolo e acqua, deve essere partecipa a tutto ciò che riguarda l’ambiente». Per il tenente «le scelte decisionali vengono calate dall’alto senza coinvolgere i cittadini». “Si parla – continua – di altri pozzi in Val d’Agri. E noi siamo qui per dire no ad altre attività di perforazione e per levare la voce sul fatto che abbiamo il sacrosanto diritto di vivere su questa terra. Stiamo vivendo un enorme disagio». Alla domanda sulla scarsa presenza della gente, risponde: «Esiste una sorta di cappa ricattatrice che esclude la volontà degli individui. Una cappa culturale». E poi aggiunge, «stiamo cercando di dire non solo ai lucani ma a tutti gli italiani che noi ci siamo ed esistiamo e siamo trattati in modo indegno. Oltretutto abbiamo una classe politica che ha mostrato i suoi limiti». E se per il rappresentante dell’associazione Ehpa, la “battaglia”è sul fronte dell’ambiente, per Michelangelo Leone, del Forum Democratico di Bernalda «l’obiettivo è l’aumento delle royalties». «Le compagnie petrolifere – dice – devono versare più royalties come in altre Nazioni, tipo la Norvegia, il Canada e non un misero 7 per cento. Questa – chiude – è una proposta che porteremo presto a Potenza» Preoccupazioni per la situazione del lago del Pertusillo arriva, invece, da parte del Comitato “Sor Aqua” di Paterno, nonché associazione della nascente Locomotiva. “In particolare – commenta la portavoce del Comitato, Rosa Fortunato – siamo preoccupati per la situazione dell’invaso del Pertusillo, visto che i nostri amici pugliesi bevono l’acqua proveniente dal Pertusillo. L’acqua – esorta – è un bene comune, ma il bario non lo è”. E c’è chi come le donne, mamme, mogli e signore delle Vigne (località dell’area limitrofa all’impianto estrattivo” del movimento “Onda Rosa” lanciano ancora una volta la richiesta sul “quanto ancora devono sopportare, per il rumore e la puzza intorno al Centro Oli”.
Angela Pepe
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