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Il Wwf della Calabria, a seguito della bufera giudiziaria legata alla gestione del settore rifiuti in Calabria, commenta: «Ci volevano le inchieste della magistratura per confermare drammaticamente le denunce e gli allarmi lanciati dalle associazioni e dai movimenti ambientalisti calabresi sugli autentici attentati pianificati per decenni ai danni della salute dell’ambiente e dei cittadini e liquidati sommariamente dalla classe politica come pericolose illazioni di poveri visionari, che avrebbero minacciato il turismo, rovinando l’ormai logora ‘immagine’ della Calabria».
«Dai fanghi dei depuratori – prosegue la nota – scaricati abbondantemente lungo la costa tirrenica cosentina e chissà dove altro ancora, al sotterramento di mortiferi veleni industriali nel letto del Fiume Oliva o nella città di Crotone, fino all’incriminazione di dirigenti della società Enertech che gestiva la discarica di Alli e alla richiesta di interdizione dai pubblici uffici per i vertici dell’ufficio per l’emergenza rifiuti, quella che risalta è la squallida realtà di una regione usata come una grande pattumiera dove sversare e sotterrare rifiuti di ogni genere o lucrare sugli stessi, nel pieno disprezzo della salute dell’ambiente e dei cittadini, in un gigantesco processo di distruzione e di rapina del territorio».
«Un quadro desolante – prosegue il Wwf della Calabria – di illegalità diffusa, complicità politiche e malaffare in cui a prevalere sono stati grossi interessi economici che hanno relegato la regione in una condizione di sottosviluppo e di sfacelo ambientale che forse non trova eguali in Italia. A quattordici anni di distanza dall’avvio della gestione commissariale, quello dei rifiuti rimane il grande buco nero che ha inghiottito centinaia di milioni di euro con ‘risultatì che ci pongono a livello dei paesi del terzo mondo, lo scempio di una miriade di discariche disseminate sul territorio, la gestione spesso fraudolenta di mega discariche ‘controllate’, progetti di altri inceneritori che trasferiranno i rifiuti dal terreno all’aria che respiriamo e una raccolta differenziata ferma su percentuali ridicole.
Le vicende giudiziarie di questi giorni, qualora ve ne fosse stato bisogno, hanno dimostrato una volta per tutte il legame strettissimo tra gli interessi legati alla produzione di spazzatura e al loro smaltimento in discarica (o negli inceneritori) e il mancato decollo della raccolta differenziata, considerata a tutti gli effetti un ostacolo agli arricchimenti spesso illeciti connessi alla creazione e gestione delle discariche».
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