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Sono undici le persone coinvolte a vario titolo nella nuova inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Calabria, tra imprenditori, avvocati e funzionari pubblici. Tra questi figura anche l’attuale assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano (in foto). Tutti sono stati raggiunti dal provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Abgail Mellace, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese. Nel dettaglio sono cinque le persone arrestate; obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altre due; notifica dell’invito a presentarsi per rendere interrogatorio propedeutico alla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio nei confronti di tre funzionari del commissariato per il superamento dell’emergenza ambientale nella regione Calabria; beni per 12 milioini di euro sequestrati.
I provvedimenti sono stati eseguiti nelle prime ore della mattinata, in diverse zone del territorio nazionale, unitamente a militari del nucleo operativo ecologico dell’arma dei Carabinieri di Catanzaro.
Si tratta degli sviluppi delle indagini compiute a partire dal mese di agosto scorso, quando le stesse fiamme gialle avevano proceduto al sequestro per equivalente di beni e disponibilità finanziarie per un importo di circa 90 milioni di euro. In quell’occasione, le investigazioni svolte dai finanzieri avevano portato alla luce un sofisticato ed intricato sistema di frode, posto in essere da una ‘holding’ societaria veneta, operante nel settore dei rifiuti nell’ambito dell’intero territorio nazionale, eche gestisce, tra l’altro l’impianto di smaltimento di Alli di Catanzaro.
Il sistema, secondo l’accusa, era volto ad evadere sistematicamente l’imposizione tributaria nonchè ad eludere le legittime pretese erariali. L’indagine, inoltre, costituisce la prosecuzione dell’attività investigativa condotta dai Carabinieri del Noe che nel mese di ottobre scorso aveva consentito il sequestro dell’impianto di trattamento di rifiuti di Catanzaro, per violazioni dellla normativa ambientale, con conseguente smaltimento del percolato all’interno dell’omonimo fiume «Alli» da parte dei responsabili della stuttura . I provvedimenti odierni, sempre secopndo le accuse, hanno consentito di disarticolare l’insidiosa organizzazione criminosa, composta da noti imprenditori ed affermati professionisti, finalizzata a perpetrare frodi fiscali per un importo complessivo di circa 50 milioni di euro. La magistratura ha disposto il sequestro, anche nella forma per equivalente, di beni per oltre 12 milioni di euro nei confronti di quattro indagati, a completamento delle misure già eseguite dalla Guardia di Finanza nello scorso agosto.

LE PERSONE COINVOLTE
Agli arresti sono finiti Stefano Gavioli e Loris Zerbin, rispettivamente amministratore e direttore tecnico della «Enertech». Gli arresti domiciliari sono stati concessi a Giovanni Faggiano ed Enrico Prandin della «Enertech» e all’avvocato Giancarlo Tonetto. Il giudice Abgail Mellace ha, invece, ordinato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Paolo Bellanio e Antonio Garrubba, dipendenti della stessa società. L’interdizione dai pubblici uffici è stata applicata, invece, per i tre rappresentanti dell’Ufficio emergenziale, il commissario Graziano Melandri e i tecnici Domenico Richichi e Simone Lo Piccolo. Infine, risulta indagato, senza l’applicazione di alcuna misura, l’attuale assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano, nella sua qualità di ex sub commissario dell’Ufficio emergenziale.

IL PROCURATORE LOMBARDO: “LA GESTIONE RIFIUTI IN CALABRIA, UN DISASTRO”
Il procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo, intervenendo alla conferenza stampa per l’operazione condotta da Guardia di finanza e Carabinieri sul sistema dei rifiuti e sulla discarica di Alli, che ha portato all’arresto di cinque persone e all’emissione di altri provvedimenti ha commentato: «La gestione dei rifiuti in Calabria è stata un disastro, come risulta anche dalla relazione della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti».
«Il problema – ha aggiunto Lombardo – non è solo la discarica di Alli, perchè si aggiungono quelli dei pagamenti, dei Comuni che non pagano, delle ditte che si occupano della raccolta dei rifiuti e che si rifiutano di fare il servizio perchè non ricevono i soldi. Serve un nuovo modo, le innovazioni tecnologiche ci sono». Secondo il procuratore capo di Catanzaro, infatti, «le discariche sono cose del passato, e in Calabria non vengono realizzati impianti tecnologici e non si fa la differenziata». Lombardo si è anche soffermato sulle possibili conseguenze pratiche dell’inchiesta: «Non siamo noi che blocchiamo la discarica di Alli, si sarebbe bloccata per fatti suoi». Dello stesso avviso il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, secondo il quale «il funzionamento della raccolta dei rifiuti non può avvenire al prezzo di causare un disastro ambientale per l’assoluta inadeguatezza del funzionamento della discarica».

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