X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

Sono stati i genitori adottivi a denunciarlo per maltrattamenti in famiglia e così il gip Francesco Luigi Branda, del tribunale di Cosenza, ha ordinato il suo allontanamento da casa. Il giovane in questione è V. M., 20 anni, nato in Russia adottato all’età di nove da una famiglia originaria di Rovito, paesino della Presila cosentina.
All’inizio il giovane si era adattato bene nella sua nuova vita, acquisendo finanche il dialetto di quelle parti. E’ arrivato anche a conseguire il diploma di Ragioniere. Insomma, il classico iter formativo di un ragazzo. Negli ultimi tempi, però, qualcosa non sarebbe più andata per il suo verso giusto. V. M. avrebbe iniziato a sfogare il suo malessere sui genitori, non più giovani, arrivando anche ad affrontarli a muso duro. Colpa, pare, della mancanza di un posto di lavoro. La voglia di essere autonomo e di non dipendere più dai suoi genitori, lo avevano portato qualche tempo fa, sebbene fosse senza patente, a prendere l’auto del padre adottivo, e distruggerla contro un muro. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. V. M., ripreso dai genitori, avrebbe reagito a muso duro, insistendo con le minacce e i maltrattamenti. Da qui la denuncia presso i carabinieri di Celico e la relativa informativa inviata in Procura. Il giovane era stato anche interrogato dagli investigatori, ai quali ha confermato di avere avuto qualche problema coi genitori («in paese – avrebbe detto – sono stimato, ma in famiglia non riesco a inserirmi») e comunque promesso di avere in futuro un atteggiamento più responsabile. Alla fine, però, il fascicolo è giunto fino al gip Branda, che ieri ha appunto ordinato l’allontanamento del giovane da casa. «Non ci credo, i miei genitori mi hanno fatto questo…» ha detto a caldo al suo avvocato per telefono.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE