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COME si fa a non mettersi immediatamente a scrivere!
Sono giorni che leggo i giornali e tento nella mia testa una riflessione su quello che succede nella mia amata terra.
Parallelamente più passano i giorni e più la mia esperienza politica mi apre gli occhi su un unico fondamentale concetto: la mancanza di libertà tra i cittadini della Basilicata.
Ebbene sì, una della parole che sin dai primi libri di storia della mia vita è sempre stata accompagnata da un enorme fascino e da incredibili avvenimenti, oggi è il tema della mia riflessione.
Eppure durante tutta la mia infanzia non ho mai avuto la sensazione di non averla nella mia Basilicata, nella mia democratica e moderata Basilicata.
Compiuti i miei diciotto anni, entrato nel seggio elettorale, ho votato e che meraviglia vivere in una democrazia!
Crescendo ho iniziato a sentire fiumi di lamentele e a capire che quello che mi circonda non funziona come dovrebbe, che i figli dei potenti trovano facilmente lavoro, che chi fa politica nello schieramento di centro-sinistra fa quello per tutta la sua vita, passando da una utilitaria a un macchinone con vetri oscurati in pochi anni.
Se poi hai la sfortuna come me di credere negli ideali della storia della destra italiana ed europea, ti accorgi pian piano che non puoi viverli come vorresti perché altrimenti la tua strada sarà sempre più in salita.
Il totale scontento che trovi in ogni strada e vicolo della regione, al bancone di ogni bar, ti accorgi che ad ogni elezione si dissolve come neve al sole.
Così negli anni vedi i tuoi coetanei prendere due strade, o quella del fortissimo senso di sconforto e di rassegnazione o quella della profonda voglia di riscatto.
In tanti proprio grazie a questa voglia di riscatto raggiungono obiettivi lavorativi importanti emigrando, mentre pochi rimangono e provano con ogni energia a combattere questo assurdo sistema, questa cappa che opprime i sogni e le migliori energie di un’intera generazione.
Più passa il tempo e più impari a conoscere il sistema “Basilicata”, un vero e proprio bunker dentro il quale chi gestisce il potere si sente al sicuro mentre per chi non ne ha rimangono solo due strade, mettersi in fila e aspettare silenziosamente il proprio turno genuflettendosi in continuazione, contribuendo così ad inspessire il cemento del bunker, oppure provare a vincere una guerra che assomiglia tanto a quella dei bambini palestinesi che con le pietre combattono contro i carrarmati degli israeliani.
Chi ha il potere, chi ha le chiavi del bunker, sulla disperazione dei lucani, il popolo più povero d’Italia, può comprare tutto, il voto, il silenzio, la dignità, l’opposizione politica.
Per chi entra nel sistema si aprono invece tutte le porte, appalti, incarichi, consulenze, finanziamenti, ecc.
Mentre i tanti sudano sette camice per una vita dignitosa, chi gestisce il potere, si arricchisce con la gestione dell’unica grande ricchezza della Basilicata, i soldi pubblici, i soldi che teoricamente sono di tutti noi.
Ma non finisce qui, perché nella Basilicata dove tutto è possibile, ci costruiscono anche un inceneritore dove bruciano di tutto, poi inquinano falde, laghi, fiumi, portando l’indice dei tumori tra i più alti d’Italia.
Come si dice: ci affamano, ci uccidono, dopo aver abbrutito la nostra meravigliosa natura, i nostri piccoli paesi e le città.

Nel silenzio di tanti, troppi, tutti quelli che essendo da sempre foraggiati, creati, resi ricchi e famosi, da questo sistema perdono il diritto di critica, perdono la libertà.
L’eterno silenzio di tutti quelli che ricoprono ruoli fondamentali nella società civile, come i professori universitari, primari, avvocati, imprenditori, intellettuali, scrittori, sindacalisti, associazioni ambientaliste, giornalisti, comprati e ridotti al silenzio.
Arriviamo così ai pesci liberi di cui parla Di Consoli, che sono tanti, ma non hanno il potere e i ruoli per farsi sentire.
Pochi spiriti liberi senza grandi poteri, e si perché chiunque ha la sua fetta di potere la ha grazie a loro e per questo non può far altro che tacere.
Poi ci sono i tanti precari, i disoccupati, ricattati con promesse che mai realizzeranno.
Gli studenti a cui i genitori, parte del sistema ripetono sempre: “ non ti esporre”!
E si perché nella nostra Basilicata, fare una tessera del PDL è considerata una cosa pericolosa, lo leggi sulle facce di decine di ragazzi, con ideali di destra, ma con il terrore di esporsi.
Caro Di Consoli questa è la nostra democrazia lucana, questo il nostro stadio di libertà.
Allora voglio fare io una domanda a Di Consoli, che vive a Roma e che ha anche grazie ai suoi amici politici di centro-sinistra raggiunto la sua autonomia.
PENSI CHE SIA FACILE PER I GIOVANI LUCANI ESPORSI ?
Ma la libertà, quella di cui sentiamo tanto parlare a scuola, la democrazia, quella che pensiamo di aver conquistato grazie ai nostri avi, siamo proprio sicuri che abiti veramente in Basilicata ?

Come lucano sento di ringraziare Di Consoli perchè oggi potrebbe continuare a pensare alla sua carriera e invece decide senza remore di scendere in campo e combattere a viso aperto questo assurdo sistema che affama i lucani e che relega la nostra terra all’ultimo posto in Italia di tutte le classifiche virtuose.
Il nostro mitico “PARTITO REGIONE” trova anche il coraggio di proporsi come modello per il sud in un raduno del mezzogiorno, cose da pazzi, che coraggio.
Caro Andrea io sono in campo e come me tanti ragazzi, in mezzo a mille difficoltà, proviamoci insieme e organizziamo una grande manifestazione degli indignati lucani a Potenza sotto la Regione, tentiamo di far capire agli stessi 200 mila di Scansano che quello che hanno fatto all’ARPAB e alla Fenice è molto più grave che avere le scorie nucleari in un sito super sicuro.
Con la perfetta consapevolezza che se a dirlo è Alessandro Galella con i suoi amici, come abbiamo fatto per protestare contro l’annullamento dei tirocini formativi, ci saranno di nuovo solo 30 persone, ma se lo fa il Quotidiano e Andrea Di Consoli, forse saremo tanti di più. Una cosa è certa, io ci sarò!

Alessandro Galella

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