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VITO De Filippo (in foto) è preoccupato. Non del possibile inquinamento provocato dalla discarica di Pallareta, ma di una possibile frattura all’interno del partito, e di quello che il sindaco del capoluogo potrebbe denunciare nella sua risposta annunciata alla minacce di commissariamento del Comune da parte dell’assessore Vincenzo Santochirico. Il governatore cerca di smorzare gli animi e il 13 settembre del 2009 chiama di nuovo Santarsiero, che gli replica parlando del rischio che in mano a un prefetto la situazione “esploda”, delle inadempienze del presidente della Provincia Piero Lacorazza sull’iter del Piano rifiuti, e del contrasto degli uffici della Regione che sarebbe viziato da una “grave premeditazione”.
S: Vito.
(…)
D:. ma io non ce l’ho il numero di telefono. L’hai scritta sta lettera?
S: Ma se tu… se tu vuoi io. tu domani mattina sei in Pro. sei in
Regione? Io ti vengo a trovare e ti faccio notare come anche, Vito, ti
hanno. hanno fatto una. ha fatto una cosa che non è nemmeno nelle legge.
Cioè, l’assessore preso dalla sua furia o quella dei suoi (.)
D: Senti però Vito, noi la cosa la dobbiamo gestire perchè…
S: No, Vito, l’ho.
D: .quando tu mi hai segnalato quella ipotesi.
S: Sì.
D: .considera che noi abbiamo un Ministro dell’Ambiente che è di centro
destra e che non ama molto la Basilicata.
S: E lo so. Ma appunto per questo, dico, è assurdo che investi il Prefetto
di una questione che dobbiamo risolvere. Perchè, se pure fosse che il
Comune di Potenza era del tutto inadempiente, ammettiamo, no? Mettiamo che
avevo tutte le responsabilità e tu andavi al mio commissariamento. Tu non
avevi risolto il problema perchè, con tutto il rispetto della Provincia o
dei tuoi uffici, la Pallareta non avresti mai risolto il problema. La, la
vicenda messa in mano al Prefetto arriva al Ministro: questione esplosa e
invece di affrontarla per risolverla, perchè saresti dovuto ripartire da
zero mentre invece noi siamo in una fase avanzatissima, come avrò modo di
dimostrare, dove siamo stati frenati dalle follie della burocrazia che,
quando sono Comune incappo nella Regione, quando sono cittadino incappo nel
Comune.
D: Però tu ti dovevi sentire…
S: Ma incappo pure nel comune e qui (.)
D: …Ti dovevi sentire con lui.
S: E sì, ma era lui che mi doveva chiamare prima di fare la lettera. (…)
Ma a parte questo, è proprio il merito che gli contesto. Oltre tutto, mò
che mi sono rivisto un po’ tutta la norma, mi rendo conto anche di un’altra
cosa, che il piano provinciale, Vito, che è bloccato da tempo – mi sono
chiamato un po’ la Provincia – è bloccato alla Regione con una, ehm., con
una inadempienza sulla tempistica che è tremenda. (…) Succede che la
Provincia, dopo averlo adottato da un anno e mezzo, tu pensa, è un anno e
mezzo… è più di un anno e mezzo che la Provincia ha adottato il suo
piano, ha fatto le pubblicazioni, ha ricevuto le osservazioni. Per
l’approvazione definitiva aspetterebbe – uso il condizionale -,
aspetterebbe l’okay, il parere della Regione. Che tiene bloccato il nuovo
piano provinciale dei rifiuti. E lo stesso Piero Lacorazza si preoccupasse
di questo invece di fare altre cose. E così via altre cose che nella legge
sono.
D: Ma mò.
S:. sono chiare.
D:. mò ti pare che dobbiamo passare il tempo a fare queste cose? (…)
non posso convocare te e lui, tutti e tre?
S: No, ma prima ti devi rendere conto, devi far parlare me per mezz’ora.
Dopo ci vediamo pure tutti e tre. (…)
D: Va bene.
S: Ti debbo far, ti debbo far ritornare su alcune cose che sono state
firmate dagli uffici, per far capire come lì c’è una posizione premeditata
grave, rispetto alla quale ci, ci vuole un atto forte di soluzione (…).
D: Speriamo di..
S: Domani mattina, Vito, vediamo un po’. Chiamami quando vuoi, ci vediamo
e l’affrontiamo la questione.
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