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La positività alle sostanze stupefacenti nel sangue di Chafik El Ketani, il marocchino di 21 anni, che il 5 dicembre del 2010 travolse e uccise otto ciclisti a Lamezia Terme, è stata rilevata, ma ciò non significa che il giovane si mise alla guida dell’auto in stato di alterazione psicofisica.
È quanto ha sostenuto l’avvocato Gregorio Ceravolo, uno dei legali difensori di El Ketani nel corso dell’udienza del processo con rito abbreviato in corso davanti al gup di Lamezia Terme.
Dopo l’arringa di Ceravolo, l’udienza è stata aggiornata al 28 ottobre per gli interventi degli altri difensori e la requisitoria del pm. Nel corso del suo intervento Ceravolo ha ringraziato la città di Lamezia e i familiari delle vittime «per il senso di civiltà che hanno dimostrato davanti al Paese. Non si può dimenticare – ha detto – che in quel momento tragico c’è stato chi, come la moglie di una delle vittime, ha parlato anche di perdono». Il difensore di El Ketani, che è agli arresti domiciliari, ha anche criticato la consulenza del pm «che – ha detto – ha creato molta confusione e nella quale sono contenute molte considerazioni personali».

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