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Quella che doveva essere una partita amichevole di lusso tra Siena e Cosenza, a Norcia, non si è neanche disputata, e venne a annullata pochi minuti prima del fischio di inizio per gli incidenti che scoppiarono tra le due tifoserie, ossia quella del Cosenza calcio 1914 (all’epoca in C2 e allenata da mister Toscano) e dell’As Siena, militante in serie A. Alla fine per questa vicenda sono stati tratti a giudizio venti tifosi, quindici del Cosenza e cinque dell’Ancona (presenti allo stadio di Norcia, sede del ritiro del Siena, in virtù di un decennale gemellaggio). Del Siena neanche uno. Il processo, a seguito della citazione diretta a giudizio da parte della pubblica accusa, è stato fissato per il prossimo 12 giugno, dinanzi al tribunale monocratico del tribunale di Spoleto, territorialmente competente. In sedici devono rispondere dell’accusa di tentate lesioni aggravate, in quattro di interruzione di una manifestazione sportiva, aggravata dal lancio di oggetti pericolosi. L’accusa scrive di una “brutale intimidazione” con azioni dirette “in modo non equivoco a cagionare lesioni ai sostenitori dell’As Siena”. Gli imputati vengono accusati di aver utilizzato a tal fine aste e bombolette spray. Insomma, una “aggressione univoca, violenta e deliberata”, meritevole della citazione a giudizio. Tra le fonti di prova ci sono le foto delle aggressioni, scattate da un fotografo senese e consegnate alla procura di Spoleto. Fotografie che, a detta della difesa, potrebbero comunque essere di parte, considerato che, appunto, sono state scattate da una persona vicina ai colori senesi.
Quel giorno il capitano dei carabinieri di Norcia, Michele Cutrufo, parlò di ritrovamenti «di mazze, oggetti contundenti e un taglierino» nei pressi del campo di calcio. Uno dei tifosi presenti, invece, si chiese come mai una gara amichevole ufficiale sia «stata autorizzata anche se il campo ha una sola tribuna».
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