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di PARIDE LEPORACE
IL governatore-filosofo De Filippo ha sicuramente letto il romanzo “L’uomo senza qualità” di Musil. Nel costruire il suo personale romanzo del Nulla su ambiente e Fenice spero non voglia identificarsi nel protagonista di quel celebre romanzo, ovvero Ulrich che con la sua filosofia pretende di salvare il criminale Moosbrugger. Ma per fortuna, pur nella gravità delle nostre vicende, non dobbiamo qui occuparci del male assoluto, ma di vicende, forse anche banali, malapolitica.
I fatti innanzitutto. Lo scattar di manette e le consulenze scientifiche della Procura hanno messo nero su bianco con timbro dello Stato sul fatto che alla Fenice i funzionari della Regione in intrallazzo con una multinazionale hanno mentito e imbrogliato il popolo. Si trovano agli arresti domiciliari gli alti burocrati espressi dal Partito-regione, Sigillito e Bove. Ieri l’altro hanno risposto al gip sulle loro vicende. Pur non essendo un giurista, ma avendo rispetto della libertà della persona, non comprendo fino in fondo questa restrizione. Di Bove non so. Ma Sigillito, io sono andato a cercarlo in Regione per intervistarlo sulle vicende di un’Arpab molto Fenice. L’ho trovato solo e ramingo in un ufficio della carte perdute, un potente trasferito a non far nulla. Immagino epurato ad aspettare la bufera. Può ancora Sigillito inquinare le prove? Mi sembra difficile, anche se comprendo che telefonasse ad amici della sua corrente, anche se non sappiamo contesti e frasi dirette. Lumi nelle prossime ore potrebbero giungere dall’assessore regionale Restaino, indagato, che siamo certi chiarirà con dovizia di particolari tutti gli aspetti che lo riguardano.
Ma alla pluralità di persone e movimenti che seguono con attenzione questi avvenimenti va anche detto che procura e carabinieri si muovono su un terreno molto accidentato. Ancora una volta, un’inchiesta in Basilicata, è condizionata dalla fuga di notizie. Ogni qualvolta il Palazzo (nel senso pasoliniano di potere) in Lucania è al centro dell’azione penale entrano in gioco strani personaggi. Sfruttano al massimo le relazioni corte lucane. Uscieri, autisti, forze dell’ordine, messi, piantoni, intercettatori finali sono facilmente avvicinabili con promesse clientelari e prebende di ogni tipo. Poi ci sono gli stretti congiunti. Ma anche quelli che fanno gli arbitrati e le perizie giurate, sono questi che demoliscono scientificamente il lavoro di magistrati e polizia giudiziaria e come accadde nel Totalgate le carte dell’inchieste arrivano direttamente in mano agl’indagati. Le microspie telefoniche vengono segnalate in modo da far stravolgere il racconto giudiziario utile agl’inquirenti. A Palermo Rocco Chinnici incontrava il collega Terranova in ascensore per non farsi spiare. Era la difesa contro le spie di Cosa Nostra. A Potenza un Potere occhiuto, costantemente all’opera, schiera i responsabili di un piccolo fratello che tutto controlla e vaglia per evitare sempre di finire sul banco dell’accusa. Avvicina, offre caffè e prospetta cieli blu per i destini personali, condiziona e agisce a volte anche contro gli avversari politici. Contro tutto questo lottano gli uomini di legge a Potenza. Come altre volte, non si tratta di aspettare la certezza della pena, ma di sperare nella certezza dell’inchiesta, e che le prove mancanti non siano già occultate.
Inutili aspettarsi interlocuzioni politiche sull’argomento. Chiusi nell’angolo gli uomini senza qualità si affidano al silenzio o al massimo alla difesa di propaganda. Risparmio parole sull’assessore all’ambiente, Mancusi. Bastano quelle di Maurizio Bolognetti accolte nelle nostre pagine. Il Partito democratico e i suoi alleati sono diventati gruppi muti. Con l’eccezione di Viti che si diverte a farmi la morale, e che comunque merita franchigia considerato come zittisce i moschettieri bubbichiani che dopo l’avanzata francese imitano alla perfezione la ritirata spagnola. Della commissione di garanzia del Pd che dovrebbe esprimersi sulla posizione del segretario di sezione Bove non si ha notizia, convocazione, data. Del resto non c’è certezza. Dall’opposizione spezza il silenzio il falco Rosa e già sembra grasso che cola.
La giunta regionale non si scompone, almeno l’assessore alla sanità Martorano, sollecitato a fornirci risposte sugli umani allarmi che giungono dal Vulture ci ha informato che il suo Dipartimento d’igiene è stato ieri mattina allertato per avviare un piano di controllo sulla catena alimentare e la qualità delle acque. Abbiamo approfittato per chiedere ragguagli su un dato da lui fornito in Consiglio, ovvero quello che accerta che “- tra il 1997 ed il 2005 – sono stati soprattutto i maschi della Usl1 (Venosa) ad ammalarsi di leucemie e di neoplasie alla prostata, al polmone, al retto, al colon, allo stomaco” e abbiamo appreso che questi sono dati epidemiologici che vanno storicizzati nel lungo periodo e che forse mostrano semplicemente dei cambiamenti antropologici della Basilicata dovuti agli stili di vita del post moderno. Almeno una risposta.
Il presidente Vito De Filippo è chiuso nel suo silenzio meditativo. Da oggi pubblicheremo ogni giorno a sua memoria le cinque proposte di riforma della burocrazia regionale formulate da Nino D’Agostino, Il governatore non ci degna di risposta neanche su una Commissione di alto livello, super partes, che fornisca certezze sulla salute dei cittadini e sullo stato dei luoghi. E pensare che lo scorso 5 ottobre intervenendo in Consiglio regionale, era stato proprio lui con mimica adeguata a proferire: “Metteremo in piedi un tavolo della trasparenza con cittadini, amministrazioni e associazioni che potranno avere continuamente elementi sull’attività che stiamo facendo. E ritengo che per questa attività possa essere utile anche il supporto di strutture nazionali e, se è il caso, anche internazionali, che si occupano di sanità e ambiente”, solo chiacchiere e distintivo che stridono con le sue letture musiliane . Per De Filippo la Lucania è come la Cacania di quel grande romanzo. Una terra dove ogni attività, ogni documento, ogni proclama era sempre imperial-regio, la Basilicata nel suo disegno strategico è la regione più progredita del mondo. Noi tutti speriamo che non vada in rovina come accadde all’Austria felix di Francesco Giuseppe.
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