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Per un caso di omonimia, il prossimo 3 novembre dovrà presentarsi dinanzi al gup del tribunale di Rossano per rispondere della grave accusa di violenza sessuale su di una bimba di soli undici anni. Il problema però, è che lui con questa storia non c’entra assolutamente nulla, ma la sua unica “colpa” è quella di avere lo stesso nome e cognome del vero responsabile.
Un caso di omonimia, al dire vero già accertato dai magistrati, anche se alla fine l’avviso di chiusura delle indagini preliminari e la contestuale fissazione dell’udienza preliminare l’hanno notificata sempre a lui. E così fra pochi giorni sarà costretto, da innocente, a comparire dinanzi al gup, col suo avvocato che produrrà l’atto che escluse ogni suo coinvolgimento nella vicenda.
Gli omonimi in questione rispondono ai nomi di Domenico G.. Sono entrambi di Longobucco, città dove tre anni fasi sarebbe verificata la violenza. Tutti e due sono nati lo stesso anno, ossia il 1986. Il primo Domenico G., l’innocente, è nato però a luglio; il secondo Domenico G., il presunto responsabile, ad agosto. L’ulteriore paradosso è che, grazie a questa omonimia, al vero, presunto, colpevole non è stata mai notificata alcuna ordinanza. Di mezzo c’è anche il riconoscimento fotografico da parte della giovane vittima, che ha indicato il vero responsabile della violenza, ossia il Domenico G. nato ad agosto, escludendo ogni coinvolgimento del Domenico G. nato a luglio. Insomma un clamoroso errore di persona, al quale si spera venga posto rimedio proprio il 3 novembre. Il tempo per non incorrere nella prescrizione c’è ancora tutto.
I fatti contestati risalgono all’estate del 2008. La vittima, all’epoca undicenne, avrebbe subito due violenze sessuali completi. La denuncia fu presentata dalla madre il successivo mese di dicembre. Le indagini furono subito concentrate su un tale Domenico G.. Il nome fu fatto dalla stessa giovane vittima. L’ennesimo errore dunque, che è costato ad un innocente, una richiesta di rinvio a giudizio e la relativa fissazione dell’udienza preliminare per un fatto che non ha commesso. Il tutto a vantaggio del vero indiziato, al quale finora non è stato notificato nulla.
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