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di MARIO MUZZÌ*
Che siano stati dodici o tredici gli sbadigli del ministro Bossi durante il penoso intervento del Presidente Berlusconi poco importa, ma il fatto che ad ogni sbadiglio del senatur la Borsa di Piazza Affari perdeva punti in percentuali, accompagnata da un ulteriore cedimento dello spread, è sicuramente l’aspetto più preoccupante della giornata di giovedì scorso. Oltre naturalmente allo spettacolo desolante di quell’aula semivuota in cui la maggioranza che regge il governo applaudiva stancamente in piena sintonia con gli sbadigli del capo popolo leghista. E’ accaduto che mentre il grande statista di Arcore si affannava a snocciolare dati sulle cose fatte o avviate, ad assumere impegni sulle riforme epocali da effettuare nei prossimi dodici mesi e a rassicurare gli astanti sulla durata della legislatura il grande condottiero delle truppe padane non riusciva a trattenere i muscoli labiali che si muovevano in direzione di una serie di sbadigli, implacabilmente ripresi dalle telecamere di SkyTg24 e trasmessi in tutte le televisioni del mondo, facendo capire in modo eloquente il suo disinteresse alle argomentazioni che il Premier stava sciorinando per giustificare l’ennesimo ricorso al voto di fiducia. Pur non condividendo nulla di quel che dice e che fa Umberto Bossi, stavolta non posso fare a meno di esprimergli solidarietà, dovendosi sorbire ancora una volta le panzanate del Premier sulla crisi economica (tante volte negata e sottovalutata) dovuta a fattori esterni ma da noi resa più acuta da un debito pubblico ereditato e aggravata da pesanti ritardi in materia di infrastrutturazione. Dopo i primi sbadigli il grande seduttore Berlusconi, accortosi della frustrazione del suo alleato, ha pensato bene di offrirgli la solita caramellina delle riforme con immancabile carezza sulla chioma sciolta: ed ecco i temi della riforma federale e dell’assetto dello stato, della riforma delle aliquote fiscali, delle liberalizzazioni e, buon’ultima, quella che meno gli interessa della giustizia! Ma questo dove vive – avrà pensato Bossi – se non siamo riusciti a realizzarle in tanti anni come potrà sperare di farcela in soli tredici mesi? Se penso, poi, che non siamo riusciti neanche ad approvare il consuntivo di bilancio dell’anno precedente come possiamo immaginare di proseguire in un percorso così impegnativo fino alla scadenza naturale del 2013? Se a pensarla così era l’alleato più fedele del Premier, immaginiamoci cosa devono aver pensato quelli che analizzano una per una le parole del capo del governo e le comparano con quelle pronunciate tante volte nell’ultimo anno: ed ecco la risposta dei mercati azionari, delle agenzie di rating! Per nostra fortuna questa volta non ha parlato del Sud e, forse, potrebbe trattarsi di un segnale positivo che ci fa ben sperare: con buona pace dell’onorevole Iannaccone che in due minuti di dichiarazione di voto ha ribadito l’ennesima fiducia del suo gruppo Grande Sud, condizionandola al doveroso attenzionamento che il Governo avrebbe avuto nei confronti del Mezzogiorno d’Italia! Ed ecco nuovamente gli sbadigli di Bossi, questa volta unitamente a quelli di Tremonti!
*Pd Calabria

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