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La «sospensione in via provvisoria dell’autorizzazione all’esercizio» del termovalorizzatore di Melfi è «una decisone priva di fondamento»: per questo la Fenice «metterà in opera tutte le misure necessarie al fine di ottenerne l’annullamento».

In un comunicato è spiegato che «nel tardo pomeriggio di ieri la Fenice è stata informata della decisione della Provincia di Potenza», arrivata due giorni dopo 305038l’arresto di due dirigenti dell’Arpab Basilicata e la sospensione per due mesi di due dirigenti della stessa Fenice. Per la società si tratta «di una decisione inattesa e sorprendente in quanto assunta circa 20 giorni dopo la Conferenza dei Servizi tenutasi a Potenza e nel corso della quale il parere favorevole alla continuazione dell’esercizio dell’impianto era stato sottoscritto da tutti i rappresentanti degli enti pubblici aventi titolo».

La Fenice «conferma una volta di più che l’impianto di termovalorizzazione di Melfi opera nel pieno rispetto di tutte le regolamentazioni in vigore. La Società continuerà nell’ applicazione del piano di bonifica destinato ad eliminare le tracce di contaminazione, ed un’interruzione dell’esercizio del termovalorizzatore non produrrà nessun effetto positivo sulla falda. Questa decisone – è scritto nella nota – della Provincia interrompe, di fatto, il tavolo di discussione intrapreso tra la Regione Basilicata e Fenice che aveva l’obiettivo di portare serenità e trasparenza nel dibattito concernente l’attività del termovalorizzatore».

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