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Operazione del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza e dei militari della Compagnia di Palmi che hanno arrestato due persone, Giuseppe Braghò, 64 anni, di Vibo Valentia, e Rosario Zappino, 66, di San Ferdinando (Rc).
Numerosi i beni recuperati tra cui 24 frammenti in terracotta; 85 reperti in bronzo; 136 monete in bronzo intrise di terra; 6 frammenti di monete; 14 piombini; 110 pietre di mosaico.
Gli arrestati sono stati sorpresi, a bordo di un autoveicolo, all’interno dell’insediamento archeologico e colti in flagranza di reato nell’atto di impossessarsi di vari reperti metallici individuati grazie all’ausilio di tre metal detector di ultima generazione. Le successive perquisizioni domiciliari hanno permesso di recuperare documentazione utile al prosieguo delle indagini e altri preziosi reperti ancora intrisi di terriccio.
I reati per i quali si procede contro i due sono violazione in materia di ricerche archeologiche, impossessamento illecito di beni culturali, danneggiamento aggravato e ricettazione. L’area archeologica di contrada Mella di Oppido Mamertina è stata vincolata con decreto inisteriale inquanto saggi di scavo e ricognizioni di superficie promosse nel 1984 dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria hanno accertato la presenza di un insediamento di notevole interesse archeologico riferibile al III-I secolo A. C..
Uno degli arrestati, Braghò, è considerato uno dei più noti esperti nello studio dei Bronzi di Riace, conoscitore soprattutto dei reperti appartenenti ai “guerrieri» ed autore di numerose ricerche e libri in materia. Altri reperti sono stati trovati dai carabinieri nelle abitazioni dei due, oltre ad una documentazione utile per il prosieguo delle indagini.

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