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di MARIO FRANCHINO*
Mentre la manovra economica per garantire il pareggio di bilancio dello Stato entro il 2013 passava all’esame della Camera e diventava legge, mentre l’Istat confermava che la crescita economica dell’Italia rallentava, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lanciava il suo appello affinché finalmente si iniziasse «una riflessione di fondo su una revisione complessiva degli assetti istituzionali, di realtà economiche e di comportamenti diffusi che sono ormai di ostacolo a una sana gestione dei mezzi di finanza disponibili e a una ripresa su nuove basi della nostra crescita economica, sociale e civile». Dopo l’indispensabile e urgente manovra di finanza pubblica, Napolitano ha ribadito: «Sono i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico all’ordine del giorno». Il Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno ha fornito un quadro drammatico dell’Economia del Mezzogiorno: -due giovani su tre sono a spasso ”e oltre il 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia; le famiglie hanno difficoltà a spendere e il tasso di disoccupazione effettivo volerebbe al 25%, considerando chi il lavoro lo vuole, ma non sa dove cercarlo”; l’occupazione è in calo in tutte le regioni meridionali; la Calabria si prevede tendenzialmente la Regione con il più basso livello di occupazione (42,2%) e con il più basso Pil pro capite (16.657). Per cui si rimane esterrefatti per quanto accaduto alla manifestazione organizzata dal centrodestra calabrese a Cosenza. “La Calabria un esempio per il resto del Paese”, è stata l’orgogliosa affermazione dei dirigenti del centrodestra calabresi. La nostra Regione, secondo i politici del governo regionale, è la stella che brilla nel panorama disastrato dell’Italia. Mentre i cittadini calabresi soffrono i gravi disagi della crisi , il nostro presidente, magnifica la Regione Calabria, ultima in tutte le graduatorie economiche e sociali, come esempio da imitare per il resto del Paese. Il nostro presidente pensa ancora di stare in campagna elettorale. Allora gli ricordiamo che è finita diciotto mesi fa. Che la sua coalizione ha vinto le elezioni e che è ora che si svegli ed inizi a governare. Che lasci da parte la demagogia e che inizi a mettere in campo ogni iniziativa utile a contrastare la preoccupante situazione della disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile. Chiedo che il governo regionale porti in Consiglio un piano per il rilancio dell’economia regionale con il quale si individuano le risorse finanziarie disponibili e gli strumenti operativi per farle spendere produttivamente. Recentemente il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, uscendo da uno dei tanti incontri fra i presidenti delle Regioni e i rappresentanti del governo chiedeva, oltre ai tagli della spesa e alle politiche di rigore per il risanamento del bilancio pubblico, allo Stato e alle stesse Regioni di iniziare a spendere fin da subito le risorse finanziarie da questi impegnate e disponibili. In Calabria è l’edilizia che costituisce l’attività industriale prevalente, per cui è di fondamentale importanza il suo rilancio. Quando l’edilizia è ferma, l’Italia, ma soprattutto la Calabria, è immobile. Da qui la necessità di spendere tutte le risorse finanziarie disponibili: – un miliardo e 200 milioni di risorse nazionali impegnate per la realizzazione delle opere di completamento e di collegamento previste per la strada Mirto – Crosia – Longobucco, per la strada statale 182 “trasversale delle Serre”, la strada “due Mari – medio Savuto”, la strada statale 106 “jonica”, la riconfigurazione della linea ferroviaria urbana di Reggio Calabria con la riqualificazione del contesto urbano, il completamento degli schemi idrici dell’Esaro e del sistema menta, il completamento del porto di Catanzaro Lido, le opere di valorizzazione dell’area archeologica dell’antica kroton – Le risorse finanziarie della legge regionale n.36 del 16 ottobre 2008 la quale ha messo a disposizione del settore edilizio in Calabria, in un momento di grave crisi economica, una somma pari a 200 milioni di euro che dovrebbe attivare investimenti per circa 600 milioni di euro.Di questi 200 mi lioni, la maggior parte (155 milioni di euro) interessano i bandi regionali, oggetto di ricorsi, in base ai quali sono state effettuate le domande da parte di cooperative, di imprese e di enti pubblici, per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale. La suddetta legge era infatti finalizzata: – al contrasto della crisi economica e alla tutela dei livelli occupazionali, attraverso il rilancio dell’attività edilizia; – a riqualificare le aree degradate, le aree dei quartieri monofunzionali e del patrimonio di edilizia residenziale pubblica aumentando la disponibilità di alloggi e migliorando le dotazioni infrastrutturali; – ad elevare la qualità urbana, edilizia ed architettonica dei nuovi insediamenti residenziali, con il sostegno alla diffusione dei criteri della bioedilizia e della progettazione urbana ecosostenibile, con particolare riferimento alla riduzione del consumo di energia sia nel ciclo urbano che nell’utilizzo delle risorse energetiche; – a favorire l’accesso alla proprietà della casa da parte delle famiglie a reddito mediobasso; – a contrastare la rigidità del mercato degli affitti e dell’acquisto della prima casa che colpisce in particolare le giovani coppie ed i cittadini a basso reddito; – a fronteggiare la nuova emergenza abitativa degli studenti fuori sede nelle aree di insediamento delle Università calabresi; -a migliorare l’offerta, rispetto alla domanda propria delle problematiche legate alla sempre maggiore presenza di anziani e quindi agli aspetti legati alla residenzialità ed al loro inserimento sociale; – a favorire l’inserimento dei lavoratori extracomunitari all’interno delle comunità ove sono maggiormente presenti. Sull’applicazione di questa legge, che ricordo ha una consistente dotazione di risorse finanziarie, che via via si erano accumulate negli ultimi anni con regolari trasferimenti annuali dello Stato, si è costruito un perverso meccanismo di ricorsi alla giustizia amministrativa da parte degli operatori e della stessa Regione che sta procurando un danno allo stesso ente, agli operatori, alle fasce sociali alle quali erano indirizzati i benefici, all’economia regionale. Dalle diverse sentenze del Tar Calabria, che hanno visto prevalere le ragioni degli operatori, si è arrivati al Consiglio di Stato. Dove giorno 11 ottobre si terrà l’udienza per discutere della richiesta della Regione di sospendere la sentenza del Tar Calabria favorevole agli operatori. La nostra opinione è che su questa vicenda abbia prevalso l’arroganza della politica e non il senso di responsabilità che dovrebbe guidare chi va ad amministrare in nome di tutti i cittadini e non solo di una parte. Buon senso avrebbe voluto di far proseguire, nei tempi previsti dal bando, le procedure per l’avvio dei lavori già avviate dai soggetti finanziati e successivamente ripubblicare una nuova manifestazione di interesse utilizzando le risorse finanziarie non spese. Il Consiglio di Stato giorno 11 di questo mese deciderà quale bando potrà essere utilizzato. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e non si lascino ancora inutilizzati i finanziamenti. La priorità deve essere quella di superare le difficoltà del settore edilizio. L’opposizione darà il suo sostegno ad ogni iniziativa volta a rianimare l’agonizzante economia regionale.
*consigliere regionale IV Commissione
“Ambiente e territorio
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