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Una condanna a otto anni di reclusione per il reato di peculato è stata chiesta nei confronti dell’ex consigliere regionale Domenico Crea dal pubblico ministero, Marco Colamonici. L’accusa ha chiesto anche la condanna a cinque anni di reclusione per la moglie di Crea, Angela Familiari, accusata di reinvestimento di denaro proveniente da attività illecita.
Crea, già condannato il 22 dicembre scorso in primo grado a 11 anni e tre mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Onorata Sanità, è accusato di aver sottratto somme destinate all’attività politica del gruppo consiliare del Ccd di cui è stato presidente dal 2001 al 2005.
Nel corso del processo, dinanzi ai giudici del tribunale di Reggio Calabria, l’accusa ha ricostruito, attraverso una perizia tecnica, il flusso di denaro gestito da Crea. Il Consiglio regionale della Calabria, secondo l’accusa, versava fondi sul conto corrente intestato al Ccd e Crea, presidente del monogruppo, li prelevava per versarli sul suo conto corrente di cui era intestatario con la moglie.
In poco meno di quattro anni, secondo quanto emerso dal processo, sarebbero spariti 543 mila euro, di cui 275 mila sono stati versati sul conto corrente della famiglia Crea mentre della restante somma non si è avuta più traccia. Il processo proseguirà il 21 dicembre prossimo quando ci saranno le arringhe difensive e la sentenza.
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