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di PARIDE LEPORACE
MATERA – Un altro esponente della classe dirigente lucana dal brutto carattere. Si chiama Vito Gaudiano (in foto), dirige con forte decisionismo l’Asm di Matera e insieme a Filippo Bubbico ha costruito in tre anni l’ospedale Santa Maria delle Grazie, inaugurandolo alla presenza di Carlo Azeglio Ciampi. Prima di essere uno dei più blindati manager lucani, intoccabile vuoi per risultati che per scudo politico ex Ds, ha ricoperto per tre lustri il ruolo di presidente dell’Ordine dei medici, ha fatto sindacato, è stato un nefrologo che ha aspettato il momento giusto per riformare la sanità pubblica, con un dirigismo accentratore e leaderistico che ricorda per certi aspetti il modello defenestrato di Cannizzaro al San Carlo.
Anche Gaudiano, pur se con altre intensità, lamenta e soffre per essere negli ultimi tempi sott’attacco da parte di una sorta di macchina del fango costruita da ben individuati avversari che con denunce penali e articoli giornalistici ne macchierebbero ingiustamente la reputazione.
Tutto ebbe inizio con il pm anglonapoletano che oggi persegue Berlusconi e poi via via sono arrivati altri sei rinvii a giudizio che scuotono la pazienza di un manager, che, nel suo ufficio posto alla periferia di Matera, mi riceve con benevolenza dopo una telefonata in cui ha sfogato tutta la sua rabbia per i mattutini titoli di giornale che annunciano l’ultimo procedimento nei suoi confronti arrivato davanti ad un giudice . «Non ho nulla da temere. Ho sempre operato nel rispetto dell’etica, ottenendo anche buoni risultati».
Gaudiano individua i suoi persecutori in medici colpiti dai suoi provvedimenti e negli agitatori materani di Toghe lucane, che lo hanno messo da tempo nel loro mirino giustizialista. Su una parete dell’ufficio campeggia la pergamena di cento trapiantati lucani, che ringraziano Gaudiano per esser tornati a vivere con nuovi organi: «Vede – mi dice il manager – quella foto scattata con i pazienti e tutti quei nomi sono la miglior risposta al vostro titolo sul prezziario per gli interventi di espianto che riconosce le remunerazioni aggiuntive. Con quella delibera del presidente Bubbico, la Basilicata oggi nei trapianti da fanalino di coda del Sud si confronta bene con i dati della media nazionale». In questa storia si confrontano anche due omonimie e due diverse concezioni della sanità lucana. Vito Gaudiano, il medico – manager che rivendica successi e buon governo – e il da lui licenziato, medico Carlo, che su ogni carta fuori posto presenta esposti alla magistratura.
Offro il taccuino a Gaudiano il manager e le bandierine positive, come il verde del test di gradimento che ha posto nei corridoi della sua Asm, raggiungono vette insuperabili. Mi mostra i dati regionali di ricognizione ufficiale. Nel primo semestre 2011 le prestazioni della sua azienda sono le migliori per costi, ricoveri, saldo migrazione con le altre regioni. Sarcastico mi dice: «Ha mai visto titoli su questo? No. Vito Gaudiano sui giornali solo per essere massacrato». Un fiume di parole m’investe nel corso del colloquio. Un manager che dimostra di credere nel suo operato e che non ama certo farsi mettere in discussione. «Io l’ho fatta veramente l’unificazione delle vecchie Asl e la riorganizzazione dei servizi. A Tinchi ci ho messo la faccia in una riconversione di tipo etico. Sono intervenuto a Stigliano senza prendere in considerazione nessun compromesso corporativo». Vito Gaudiano afferma e sostiene di non avere scheletri nell’armadio: «Mandavano le telecamere quando c’era qualche concorso pensando che in questo modo m’intimidissero. Non avevo e non ho nulla da temere. Ho bandito 44 concorsi di primario e non ho mai subito alcun condizionamento politico. Ad Ostetricia guida oggi il reparto il dottor Anastasio, un primario che non ha mai fatto una visita privata ad una paziente. Mi hanno attaccato quando è andato via il primario Bucci, è arrivato da Chieti Iarussi e sta ottenendo grandi risultati».
Tra note a margine e vicende narrate rimbalza con frequenza attorno ai provvedimenti di Vito Gaudiano il nome di Filippo Bubbico, da sempre nume talare del manager materano. Sorge spontanea la domanda se il presunto accanimento giudiziario si possa spiegare attraverso questo robusto connubio politico. Gaudiano non si scompone e risponde: «Probabilmente sì. Abbiamo sempre avuto una visione d’insieme sulle questioni sanitarie che ha molto funzionato. E le aggiungo un particolare. Mi dispiace che Bubbico non abbia potuto espletare il suo secondo mandato alla Regione. Si sarebbe completato meglio tutto quello che avevamo strutturato insieme». Rievochiamo il medico omonimo antagonista e la conseguente vicenda della banca delle staminali che irruppe all’epoca con virulenza anche sui media nazionali. Afferma Vito Gaudiano: «Io non ho mai nutrito avversioni personali nei confronti di Carlo. Sono stato io a introdurlo nelle competenze ospedaliere. Era doveroso rimuoverlo per come aveva gestito la questione. Mi ha persino dedicato un libro pieno di accuse non vere. Per i miei atti e in seguito alle sue denunce il giudice ha archiviato il tutto. Per gli articoli di Vulpio invece il Corriere della Sera è stato condannato e gli avvocati del giornale mi hanno proposto una transazione conciliatoria».
Ma ci sono anche le nuove ruggini, come quella con la dottoressa Bia. Racconta Vito Gaudiano: «Tutti i medici di Cardiologia mi scrivono una lettera in cui lamentano il comportamento della collega in reparto e io non posso far altro che prendere atto che qualcosa non va. Io nei suoi confronti mi sono limitato a proporre una procedura audit (si tratta di una sorta d’istruttoria interna prevista dai regolamenti, ndr) e invece lei mi denuncia ai carabinieri. Spero di trovare un bravo giudice che sappia accertare le responsabilità reali per quelle che sono». Resta l’operato quotidiano di un manager che come i suoi colleghi deve saper fronteggiare tagli e ristrettezze del momento. Ad esempio il turn over del personale pesa sui compiti del 118. Se non si sblocca ad hoc il servizio di soccorso rischia di andare in tilt. Eppure l’elicottero materano nei servizio di prossimità vola anche per molti pazienti pugliesi coltivando le entrate della sanità lucana. Gaudiano parlerebbe un’intera giornata con il giornalista. Il brutto carattere dell’inizio mattinata si è tramutato nel linguaggio della passione professionale che ama narrare il positivo, che sempre c’e in chi opera con cocciuta determinazione. Una telefonata da Potenza interrompe il dialogo. Una riunione urgente per affrontare vicende legate alla riabilitazione da parte del pubblico-privato. Vito Gaudiano saluta e m’invita per una visita guidata in quell’ospedale materano che rimane un suo titolo di merito. Al netto delle polemiche sui titoli di giornale non mi sembra che egli sia un manager da “zero titoli”.
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