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Uno degli elementi di spicco del clan Pesce di Rosarno, Giuseppe Ferraro, di 50 anni, ritenuto dagli inquirenti il reggente della famiglia nel milanese, era in rapporti con il finanziere romano Marco Russo, al quale prestò del denaro quando quest’ultimo era amministratore del Foggia Calcio, all’inizio degli anni 2000. Un particolare, questo, emerso ieri nell’ambito del processo dinanzi ai giudici del Tribunale di Palmi ai presunti affiliati alla cosca.
Nel corso della deposizione dei finanzieri del Gico di Catanzaro che hanno dato il via alle indagini che hanno portato all’operazione All Inside, uno dei militari ha riferito che nel corso di colloqui in carcere intercettati dagli investigatori, Ferraro disse più volte ad alcuni presunti affiliati di fare in modo di riavere il denaro prestato a Russo, pari a 150 milioni delle vecchie lire. Ferraro, adesso, è sottoposto al 41 bis perchè, secondo gli inquirenti, continuava dal carcere ad imporre il pizzo ai venditori ambulanti di panini che lavorano a Milano.
Durante l’udienza, alla quale ha assistito, in videoconferenza, anche Giuseppina Pesce, la figlia del boss Salvatore divenuta collaboratrice di giustizia, ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee Antonino Pesce, ritenuto un altro dei capi della cosca ed attualmente detenuto al 41 bis per scontare una condanna all’ergastolo per omicidio, oltre che per l’operazione All Inside. Pesce, collegato in videoconferenza, rivolgendosi al pm Alessandra Cerreti ha chiesto il motivo per cui si trova al regime del carcere duro.
Il suo intervento è stato però bloccato dal presidente del Tribunale che, dopo avere ricordato all’imputato che le dichiarazioni spontanee devono essere incentrate solo sui fatti oggetto del processo, gli ha tolto la parola. Antonino Pesce è stato assegnato al 41 bis dopo il sequestro, a casa della moglie, di alcune lettere indirizzate al figlio Francesco, di 32 anni, all’epoca latitante, una delle quali suggellava il ruolo di boss del figlio. Anche Francesco, adesso, è al 41 bis dopo essere stato arrestato il 9 agosto scorso nell’ambito dell’operazione All Inside. Rimane latitante, invece, l’altro figlio di Antonino, Giuseppe, di 31 anni.
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