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La liberazione di Francesco Azzarà è vicina. Lo ha assicurato l’ambasciata sudanese a Roma, che ha ricevuto dall’associazione ‘Italians for Darfur’ oggi, le prime 1300 firme raccolte per chiedere un maggiore impegno delle istituzioni sudanesi per la liberazione dell’operatore umanitario sequestrato il 14 agosto scorso a Nyala.
«Volevamo fornire un contributo di visibilità alla vicenda di Francesco con la raccolta di queste firme – ha affermato scritto Antonella Napoli, giornalista e presidente di Italians for Darfur – e non abbiamo esitato a coinvolgere i nostri contatti in Sudan affinchè l’impegno delle istituzioni di Khartoum e delle rappresentanze sudanesi in Italia fosse ancora più forte di quanto finora garantito».
«Forti del riconoscimento ottenuto nelle ultime missioni in Sudan – ha sottolineato la Napoli – tale da accordarci l’autorizzazione ad operare in partnership con le associazioni locali per progetti umanitari in Darfur, e del confronto da sempre costruttivo con l’ambasciata sudanese in Italia, abbiamo ottenuto un sostanziale appoggio alla nostra iniziativa che speriamo dia a breve i frutti sperati. Eravamo consapevoli che solo attraverso il pieno coinvolgimento delle autorità sudanesi, il sequestro potesse giungere alla migliore delle conclusioni. Ed è per questo che, nonostante le nostre perplessità sugli avvenimenti delle ultime settimane nel Paese, non abbiamo esitato a esporci per Francesco al quale auguriamo di tornare al più presto dalla sua famiglia». Dall’ambasciata del Sudan in Italia inoltre, fanno sapere che Francesco sta bene e sente ogni giorno i colleghi di Emergency. L’Ambasciata ha pertanto confermato le parole del vice governatore del Darfur Abdul Karim Moussa.

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