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A San Luca e nell’Aspromonte è caccia ad Antonio Pelle il boss evaso dall’ospedale di Locri, quindici giorni fa. I carabinieri lo cercano quindi ai piedi dell’Aspromonte e nei comuni dove “la mamma” secondo gli inquirenti avrebbe più copertura. Intanto la Procura della Repubblica di Locri, che sta coordinando le indagini, sta cercando di capire le effettive condizioni di salute del boss che dalle prime risultanze non sarebbe in pericolo di vita ma avrebbe necessità di conintue e costanti cure mediche. Ipotesi non escludono che l’aggravarsi del quadro clinico di Antonio Pelle possa indurlo a costituirsi per non rischiare la vita.
Intanto è arrivata dal Governo un’informativa urgente in merito all’evasione del boss di San Luca che è stata presentata dal sottosegretario alla giustizia Alberto Casellati. Ieri alla Camera dei Deputati, è stata discussa l’interrogazione in merito alla fuga del mammasantissima dall’Ospedale di Locri. Diversi gli interventi dei parlamentari, specialmente dei compontenti della commissione parlamentare antimafia. L’onorevole Mario Tassone ha ribadito l’inopportunità del trasferimento presso tale struttura sanitaria, che nel passato era stata non soltanto chiacchierata, ma anche al centro di situazioni oscure attraverso delitti e vicende che non potevano indurre alcuna tranquillità: «Era certamente – ha detto Tassone – il posto meno idoneo per ricoverare un personaggio che aveva già manifestato il disegno di evadere».
Sull’evasione del boss di San Luca è intervenuto anche Ignazio Messina di Italia dei Valori, chiedendo risposte alla Distrettuale antimafia di Reggio Calabria e chiedendo soprattutto di chiarire in che modo si stia agendo per individuare, oltre alle modalità della fuga di Pelle, anche eventuali responsabilità. «È emerso che all’ospedale di Locri per la cosiddetta razionalizzazione dei costi manca il posto fisso di polizia – ha detto Ignazio Messina – questi sono dati oggettivi ai quali necessariamente va dato rilievo e dai quali bisogna dedurre delle conclusioni.Credo quindi che sia un fatto gravissimo quello che è accaduto, perché mette seriamente in discussione e a rischio l’attività quotidiana di magistrati, forze dell’ordine, che lavorano per assicurare alla giustizia pericolosi criminali. Qui invece qualcosa non ha funzionato, qualcuno ha lavorato al contrario per fare in modo che pericolosi criminali venissero messi fuori dallo stato di detenzione». Sono pesanti le dichiarazioni di Ignazio Messina, componente della Commissione parlamentare antimafia in merito all’informativa del Governo sull’evasione del boss Antonio Pelle dall’ospedale di Locri, dichiarazioni rivolte direttamente al Sottosegretario per la giustizia, Alberti Casellati. «E’ un dovere nei confronti del Paese – ha ribadito il politico – un dovere morale oltre che giuridico, quello di accertare le responsabilità rispetto a ciò che è accaduto, le responsabilità dei singoli, di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, del perché non vi sono stati controlli, del perché si è finiti in quell’ospedale. Credo che questo sia necessario».
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