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«NESSUNA guerra in atto. Tra la Puglia e la Basilicata ci sono degli ottimi rapporti con qualche problema che va risolto nelle sedi opportune». L’assessore regionale pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati (nella foto), non si sottrae al confronto. Raggiunto telefonicamente, nella tarda mattinata di ieri, ha risposto punto su punto alle accuse mossegli nei giorni scorsi, da alcuni esponenti politici lucani. Sull’opportunità di costruire la seconda condotta, conferma ciò che ha sempre sostenuto. Per Amati, prima di tutto, la seconda condotta «non rappresenta l’aumento del tributo idrico alla Puglia» e poi, aggiunge: «non sono stato io a chiederla. Gli ingegneri lucani hanno sempre sostenuto la necessità di realizzare una seconda condotta che sarebbe funzionale a garantire una soluzione alternativa (in caso di qualche incidente ndr) del flusso idraulico per la Basilicata e per la Puglia». L’assessore pugliese ammette candidamente che «se gli ingegneri dovessero sostenere il contrario, sarò il primo a esserne contento visto che si possono risparmiare 180 milioni». Amati ha anche una risposta sul paventato credito di 46 milioni di euro della Basilicata nei confronti della Puglia: «La mia regione deve solo 10 milioni lo ribadisco. Aggiungo e concludo che Acquedotto lucano deve 500.000 euro a quello Pugliese» .
(gierre)
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