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Sono 40 i giorni trascorsi dal sequestro di Francesco Azzarà, il volontario di Emergency, che è ancora in mano ai rapitori nel Darfur. Il caso del giovane operatore di Motta San Giovanni (Rc) è stato uno degli argomenti al centro di un colloquio tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il collega sudanese Alì Ahmed Karti a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, svoltasi venerdì sera. E’ quanto riferisce una nota della Farnesina affermando, tra l’altro, che Frattini ha espresso «l’auspicio e l’aspettativa del governo italiano affinché si possa giungere ad una rapida liberazione dell’ostaggio».
Secondo il ministero degli Esteri, Karti ha rassicurato Frattini «sull’impegno del governo di Khartoum», raccomandando all’Italia «di mantenere contatti diretti con le autorità sudanesi che stanno lavorando alla soluzione del caso».
La nota informa che il capo della diplomazia italiana ha ringraziato il ministro sudanese per l’intervento del governo che ha reso possibile un contatto diretto di Azzarà con la famiglia (notizia, questa, smentita però dallo stesso portavoce della famiglia).
ASSISI GRIDA IL NOME DI AZZARA’
Il popolo della pace chiede a gran voce la liberazione del volontario, partito in Darfur, di Motta San Giovanni, rapito da metà agosto che è ancora prigioniero. Chi ha preso parte alla marcia della pace ha voluto far conoscere Francesco Azzarà alle decine di migliaia di persone che hanno preso parte al corteo, giunto quest’anno alla diciannovesima edizione. Da Motta San Giovanni, sono in partiti in tanti ad Assisi, grazie a dei pullman messi a disposizione dal Comune di Motta. Hanno allestito uno stand, portato i loro striscioni, indossato le magliette con la foto del giovane volontario di Emergency rapito lo scorso 14 agosto nel Darfur. Il comitato “Francesco Libero”, composto dai parenti, amici e conoscenti del giovane logista di Motta San Giovanni, l’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Paolo Laganà, hanno deciso di partecipare alla Marcia della pace Perugia-Assisi, svoltasi nell’arco dell’intera giornata ieri, per manifestare «affinché Francesco riottenga presto la libertà come riconoscimento del suo essere un operatore di pace».
“Francesco – ha dichiarato un cugino del giovane volontario – è l’espressione di quella nazione pulita, intelligente, solidale. Rappresenta la Calabria migliore, la sana voglia dei tanti giovani calabresi di mettersi in gioco e di aiutare gli altri, di rendersi utili e porsi al servizio di chi vive situazioni di disagio estremo, senza se e senza ma, nei confronti dei dimenticati del mondo, con abnegazione ed incosciente passione, coerente con se stesso e con il proprio modo di intendere la vita”.
Nella giornata di sabato, una delegazione del comitato “Francesco libero” ha preso parte al meeting “1000 giovani per la pace”, organizzato a Bastia Umbria, e dove è stata invitata a salire sul palco. “Obiettivo del nostro comitato – hanno spiegato alla platea presente – è chiedere insistentemente la liberazione di Francesco Azzarà, sensibilizzare l’opinione pubblica, tenere alta l’attenzione sul rapimento dell’operatore di Emergency, sostenere la famiglia in questo particolare momento e incalzare tutte le autorità competenti affinché massimo sia il loro impegno per far tornare a casa Francesco, nel più breve tempo possibile. Siamo convinti che Francesco possa ben rappresentare tutti quei giovani che, diversamente da un diffuso sentire comune, hanno deciso di dedicare la propria vita agli altri, contribuendo, in silenzio, a migliorare questa nostra terra, rendendola più bella e più giusta”. Nella tarda mattinata di oggi è previsto il rientro della comitiva a Motta San Giovanni.
GINO STRADA: “PRESTO TORNERA’ IN ITALIA”
Gino Strada, il leader di Emergency è ottimista: «Sarebbe imminente la liberazione di Francesco Azzarà, l’operatore umanitario di Emergency rapito in Sudan lo scorso 14 agosto». Gino Strada lo ha dichiarato ieri sera intervenendo a ‘Che tempo che fa’ su Rai 3 da Nyala, località dove è avvenuto il sequestro e dove lavora Azzarà. «Ci sono buoni motivi – ha affermato Strada – per dire che molto presto potremo riabbracciare Francesco». A suo avviso, «Si è lavorato molto bene, sono stati attivati tutti i contatti possibili» e c’é stata tanta solidarietà.
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