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Francesco Azzarà sta bene; la notizia arriva dalla seduta della Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Ad annunciarla ancora una volta è Cecilia Strada, presidente di Emergency: «Una settimana fa abbiamo avuto un contatto diretto con Francesco Azzarà. Ci ha detto che sta bene, per quanto possibile nella situazione in cui si trova. Mangia e beve e tiene duro».
Una notizia che rassicura i genitori e i familiari del giovane volontario di Motta San Giovanni, rapito lo scorso 14 agosto a Nyala, nel Darfur, mentre sin stava dirigendo in auto verso l’aeroporto della città.
«E’ una buona notizia quella resa nota da Emergency che ha sentito Francesco che sta bene e tiene duro – ha commentato Vincenzo Catalano, portavoce della famiglia del logista rapito -. Noi viviamo il nostro dolore in silenzio e vogliamo continuare a sperare che la liberazione di Francesco arrivi al più presto». Intanto, Emergency sta continuando a lavorare per la liberazione del giovane logista: raccolte centinaia di firme l’appello per la liberazione di Francesco Azzarà promosso da “Italians for Darfur”, organizzazione che si occupa della crisi e del conflitto in atto nella regione sudanese dal 2003. Firme che saranno consegnate alle autorità sudanesi.
Il comitato di Motta San Giovanni “Francesco Libero!” , in una nota, scrive “che di Francesco, l’operatore di Emergency rapito a Nyala in sud Darfur, non si hanno notizie se non quelle che trapelano dal governo sudanese. Ufficialmente la famiglia Azzarà/Legato mantiene il silenzio stampa, le rassicurazioni sul suo stato di salute provengono da Emergency che, per bocca di Gino Strada e di sua figlia Cecilia, rispettivamente leader e presidente dell’associazione, hanno dichiarato di aver avuto un contatto che fa ben sperare».

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