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di Emilio Fidanzio
HA due volti per l’ambiente gialloverde il primo punto conquistato in stagione.
Da una parte, c’è chi ha mostrato soddisfazione per essere riusciti a muovere subito la classifica, al cospetto di un avversario ambizioso e di caratura.
Dall’altra, c’è chi invece ha preferito sottolineare negativamente una prestazione poco brillante.
Noi ci schieriamo con chi giudica positivamente il pari con il Catanzaro. In condizioni oggettivamente complicate, sotto un’afa opprimente e con una temperatura molto alta, non era semplice sviluppare una manovra veloce e ficcante, fatta di rapidi spostamenti e movimento continuo.
Il Melfi dei giovani, età media 20 anni, tra le più basse di Italia, gioco forza, sarà costretto a fare della vivacità e della corsa, le sue caratteristiche principali per cercare di mettere in crisi gli avversari. Due armi che vanno affinate e correlate con il tempo. Nelle condizioni di domenica, difficile chiedere di più ad un motore in riserva. Inoltre, particolare importante, quattro undicesimi della formazione iniziale (Lionetti, Bertocchi, Tirelli e Moretto), sono scesi in campo con soli tre allenamenti nelle gambe, in pratica senza il necessario affiatamento con i nuovi compagni.
Qualcuno ha parlato di tante assenze in casa catanzarese. Tranne Maisto e Mannoni, due titolari indiscussi, i cinque giovani brasiliani non in possesso del transfert, sono ancora tutti da valutare e verificare. In parole povere, da vedere se riusciranno a conquistare un posto nell’undici di partenza futuro.
In fin dei conti, dunque, sbagliato parlare di un Catanzaro decimato ed assai rimaneggiato. Più preciso parlare di un undici giallorosso incompleto, esattamente come il Melfi, privo di Borin, il cui tesseramento è in via di ultimazione, oltre a Fiorucci e Giorgio Russo infortunati. E’ pur vero che il Catanzaro si è radunato in ritardo, ma come detto il Melfi sceso in campo, con gli ultimi arrivi, non poteva far leva sull’affiatamento e sulla coesione.
Inoltre, il nuovo gruppo federiciano, ha come obiettivo unico, raggiungere il prima possibile la salvezza. Concetto che è bene ribadire a chiare lettere. Traguardo difficile da conquistare a causa del’agguerrita concorrenza.
Il pareggio contro il Catanzaro è un buon viatico, specie dopo i quattro impegni di Coppa che hanno prodotto solamente sconfitte. In quelle circostanze, tranne che a Pagani dove è scesa in campo la Berretti, la compagine gialloverde giocò bene, ma non raccolse nulla. Nella logica di Catalano: meglio giocare male e fare punti. Il campionato sarà lungo ed irto di pericoli.
La società ha deciso di voler puntare esclusivamente sui giovani. Altra scelta che noi condividiamo in pieno. Primo perché non ci sono alternative. Se si vogliono evitare penalizzazioni e dissesti economici, una piccola realtà come Melfi non può che fare di necessità virtù, mandando in campo solo ed esclusivamente under. Prendere i contributi fissati dalla Lega, è imprescindibile per il club gialloverde, che miracolosamente ha avuto forza ed abilità nel riuscire ad iscrivere la squadra al nono campionato professionistico di fila. Secondo: il Melfi, seguendo questa politica, può rappresentare un esempio nazionale per tutti.
Per riuscire nell’impresa è necessario il contributo di tutti, aiutando a crescere una squadra che ha bisogno del sostegno di ogni componente dell’ambiente. Il progetto è rischioso, si sa, altrimenti anche altri lo avrebbero adottato. Occorre pazienza e tranquillità.
Ricordiamoci anche cosa successe al Milazzo dei giovani, lo scorso anno. Partì malissimo, Zero punti in cinque partite. Poi si sbloccò proprio a Melfi e da quel momento iniziò una cavalcata che lo condusse ai play-off.
Al Melfi basterebbe salvarsi. Ottenere un punto alla prima, fa morale ed aiuta nell’autostima. A livello di prestazione, Rodolfi è il primo a sapere che bisogna migliorare, tanto da rimarcarlo in sala stampa con molta onestà al termine del match. Tempo e capacità non mancano per ottenere il risultato.
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