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di VITTORIO CAVALCANTI*
Gentile Direttore, ho letto con attenzione il Suo intervento “Il diritto di scegliere del sindaco e l’occasione per Cosenza”, incentrato sostanzialmente sulla metrò leggera e sullo stato attuale della discussione. Devo dire che ho trovato assai utili tutte le Sue riflessioni, che vanno a iscriversi in un dibattito che certamente porterà a un più elevato livello di conoscenza e, spero, di condivisione, tale da dare fondamento alla speranza di un pensiero collettivo delle popolazioni dei nostri territori. Non entro, per evidenti ragioni di spazio, nel merito della discussione, se non per ricordare, da riformista convinto, che ogni riflessione che in qualche modo metta in discussione un’opera sotto il profilo tecnico ed economico dovrebbe avere, per metodo direi scientifico, un supporto di dati e di rilievi documentabili: fino ad oggi mi pare siano mancati del tutto, essendosi anche i tecnici intervenuti, limitati a contestazioni generiche senza evidenziare gli elementi di riferimento e, soprattutto, le criticità che l’opera, come progettata, dovrebbe manifestare. Semmai, due brevissime chiose al Suo pensiero: la prima, quando si richiama l’esigenza di fare la scelta più oculata “prima di partire”: in realtà, si è partiti da molti anni e si è partiti per la redazione del progetto definitivo da alcuni anni, con tempi non da tartarughe ma connessi alla complessità progettuale; mettere in discussione il tracciato, a detta di tecnici almeno altrettanto qualificati quanto quelli intervenuti nel dibattito, comporta una dilatazione di almeno 12 mesi, vale a dire, in soldoni, la sicura perdita del finanziamento, che non è un rischio ma una certezza e non è un ricatto bensì una grande opportunità. La seconda: la conoscenza profonda dei sistemi metropolitani di Napoli e di Salerno porta alla presunzione della altrettanto profonda conoscenza del progetto di metrò leggera di cui si discute; eppure nella Sua idea non mi sembra che emergano ipotesi alternative approfondite se non quella, abbastanza scontata, dell’utilizzo del tracciato ferroviario, che è tutt’altra cosa rispetto al progetto, mai così “avversato” in tanti anni quanto nel momento del bando per l’appalto integrato dei lavori. Con la stessa chiarezza, mi permetterà di esprimere la mia delusione nel dover prendere atto che non si sia adeguatamente valutato quello che è l’aspetto principale della discussione. Nel suo scritto, infatti, con eccessiva – seppur necessitata – sintesi delle “obiezioni di fondo”, Ella richiama esclusivamente il rischio della perdita dei finanziamenti di un’opera strategica, ritenuta tale da tutti gli organismi che sinora ne hanno “controllato” la valenza, compresa la Banca Europea per gli Investimenti, che valuta anche l’equilibrio economico finanziario della gestione. Ho difficoltà a pensare che Le sia sfuggito, invece, che l’obiezione di fondo, espressa da più parti e certamente dal sindaco di Rende – che avrà pure qualche voce in capitolo –, è quella che attiene alla effettiva volontà di sviluppare un’idea strategica che metta in rete i territori della cosiddetta “area urbana”, riducendo le riflessioni a una sconsolante visione municipalistica, che ci riporta indietro rispetto alle politiche lungimiranti espresse sul tema dai sindaci dell’epoca, Giacomo Mancini e Sandro Principe, nella misura in cui sembra rivolgere lo sguardo esclusivamente al territorio di Cosenza. La delusione è ancor più intensa per chi, come me, si è speso in una campagna elettorale e si spenderà nei prossimi anni, nella convinzione, che rischia di diventare assai labile, che si fossero create per davvero le condizioni per far sì che questa consiliatura diventasse decisiva nel percorso di avvicinamento alla tanto auspicata Città unica. Vede, Caro Direttore, nel suo scritto non v’è un solo accenno alle preoccupazioni (provenienti da più parti) che la perdita dei finanziamenti possa essere vista prima di tutto come la perdita della speranza – fondata sui programmi elettorali – di praticare effettive politiche di conurbazione basate soprattutto su servizi comuni (trasporti, rifiuti, politiche culturali, programmazioni urbanistiche); non c’è un solo accenno al fatto che la metrò leggera interessa non solo – ciò che già sarebbe sufficiente per esprimere una benevola critica – il territorio di Rende, ma si sviluppa in una dimensione strategica di valenza quantomeno provinciale e oltre (basti solo pensare all’ipotesi affascinante di un collegamento tra le Università della Calabria e di Catanzaro); non c’è un solo accenno e una sola riflessione sulla necessità politica di una interlocuzione più ampia e preliminare tra istituzioni che porta con sé una posizione potenzialmente contraria verso una infrastruttura così importante. Dico questo perché il mio interesse e il mio amore verso Cosenza, la mia identità, ampiamente valutata dai cittadini in fase elettorale, di un cosentino a Rende, la mia autentica volontà – che è quella della coalizione che ha supportato la mia candidatura e consentito la mia elezione a sindaco – di operare in funzione di uno sviluppo di politiche che abbiano come riferimento un territorio vasto come quello dell’area urbana, non possono essere minimamente poste in discussione: ne è riprova “cartacea e documentale” l’ampio capitolo del programma amministrativo per Rende riservato al progetto di area urbana e, più nello specifico, alla metropolitana leggera. Allo stesso modo, la certezza di incontrare il favore delle altre amministrazioni, anche sul tema della metropolitana leggera, era il frutto di un’attenta lettura dei programmi dei candidati a sindaco della Città di Cosenza. Ma è proprio questa proiezione a provocare quella delusione alla quale accennavo, che non è riferibile alle Sue apprezzabili riflessioni, quanto piuttosto al timore di una visione politica che non esprime adeguatamente quella generosità e quella rinuncia a quote di sovranità, che deve esservi quando si opera per un territorio più vasto di quello “formalmente” amministrato. Sono certo che il sindaco Occhiuto metterà in campo entusiasmo e idee per fare crescere la qualità della vita di Cosenza e sarò il primo, se così avverrà, a esserne lieto. Penso che la concezione del sindaco di una città come Cosenza, inserita in un siffatto ambito urbano, non possa che essere orientata verso una valorizzazione contestuale di tutti i territori dell’area urbana; le nostre iniziali interlocuzioni avevano rafforzato questa mia convinzione. Sicuramente nei prossimi giorni matureranno le condizioni per una condivisione piena verso la realizzazione della metropolitana leggera, perché gli attori del prossimo tavolo politico hanno tutti a cuore la crescita di questi territori. Un’ultima considerazione: è vero che la continuità amministrativa non può, in linea generale, costituire un limite allo svolgimento di un mandato ricevuto; e, tuttavia, anche io mi sento di richiamare “la straordinaria stagione di un gigante come Giacomo Mancini” e, insieme a questa, il ricordo che furono Giacomo Mancini e Sandro Principe a volere con forza quella metropolitana e quel tracciato, perché vedevano in quell’opera un ulteriore elemento di “unificazione” della e delle Città. Continuare su quella strada non sarebbe, dunque, un orpello amministrativo, ma la necessità di dare corpo e vita a un’idea, che è frutto di menti e di politici che avevano davvero la capacità di guardare lontano. Grazie per l’attenzione e cordialità vivissime.
*sindaco di Rende
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