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Il commissario per l’emergeza rifiuti in Calabria, Graziano Melandri ha illustrato ieri le possibili soluzioni per uscire dall’emergenza rifiuti: completare il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro e realizzare tre nuovi impianti (uno al servizio di Vibo Valentia e altri due per Cosenza e provincia) con annesse discariche di servizio. Interventi a medio e lungo termine di cui Melandri ha parlato, ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Ufficio del commissario a Catanzaro Lido.
La realizzazione di nuove discariche, con una capienza di tre milioni di metri cubi, consentirà di dare una boccata di ossigeno al meccanismo di smaltimento e di guadagnare tempo per avviare un percorso condiviso con la Regione e il dipartimento di Protezione Civile di Roma per una soluzione definitiva del problema. «Le discariche sono un retaggio del passato – ha detto Melandri – ma è l’unica soluzione praticabile nell’immediato in una regione in cui la differenziata è crollata al 6%».
Il commissario ha sottolineato che le “note dolenti” sono proprio Vibo e Cosenza, territori in cui servono tre impianti. Per quanto riguarda Vibo, la discarica di San Calogero andrà nuovamente a bando a breve, dopo che l’ultimo, scaduto a luglio, è andato deserto; «sarà un sito – ha precisato Melandri – con annessa discarica di servizio in modo da soddisfare le esigenze di tutta la provincia». Prevista anche la realizzazione di una discarica nel comune di Mileto, «ma i siti indicati dal Comune non sono completamente idonei, quindi occorre tamponare con Pianopoli, il cui ampliamento garantisce comunque una valvola di sfogo».
Problemi nel Cosentino, dove solo nella Sibaritide il quadro non desta preoccupazione per la presenza di strutture a Rossano, Cassano e Villapiana, oltre ad una nuova discarica che sarà realizzata a Corigliano.
«Il resto della provincia – ha denunciato Melandri – è abbandonato. Esistono piccole discariche, come San Giovanni in Fiore e Castrolibero, ma servono solo il circondario». Secondo il commissario, sono necessari due nuovi impianti, uno tra Rende e Cosenza e un altro sulla fascia costiera tirrenica. «In questi giorni – ha detto Melandri – il prefetto di Cosenza convocherà i sindaci del comprensorio per discuterne. Sarebbe un atto di responsabilità se fossero loro a decidere dove collocare le nuove discariche». Il commissario ha poi ribadito che non è ipotizzabile la realizzazione di un terzo termovalorizzatore nel Cosentino perchè non ci sarebbe il combustile per farlo funzionare.
Per le altre province tra cui Reggio Calabria, è in corso l’ampliamento della discarica di Melicuccà, sarà rimodulato e ripubblicato il bando per l’ampliamento della discarica di Casignana ed è allo studio la realizzazione di una discarica di servizio per l’impianto di Siderno.
A Catanzaro è stato dato il via libera all’ampliamento della discarica (privata) di Pianopoli, che potrà avere così una vita di almeno sei o sette anni e che oggi ha salvato il sistema dal collasso raccogliendo il 75% della spazzatura di tutta la Calabria. Lavori di ampliamento sono in corso alla discarica di Alli, che potrebbero essere completati entro l’anno.
Situazione migliore a Crotone, dove c’è un impianto che utilizza come discarica di servizio un sito privato che, però, è quasi completo dal punto di vista della volumetria. «Ora dobbiamo individuare un altro sito – ha concluso Melandri – ma fuori dalla città di Crotone, che ha già dato tanto al settore ambiente». Le tre nuove discariche nel Vibonese e nel Cosentino si aggiungerebbero alle sette già esistenti, quelle di Sambatello, Gioia Tauro e Siderno nel reggino, Alli e Lamezia Terme nel catanzarese, Crotone e Rossano.
«Un sistema di 10 impianti – ha detto Melandri – per la produzione di Cdr (combustibile derivato da rifiuti) che soddisferebbe le esigenze dei due termovalorizzatori».
Il commissario è tornato a parlare anche di raccolta differenziata, «l’unica soluzione definitiva al problema». Da gennaio dovrebbe partire un nuovo sistema tariffario con due elementi: concessione di benefit non solo ai Comuni che ospitano le discariche ma anche a quelli limitrofi e ai territori che sono luogo di attraversamento per raggiungere i siti; l’introduzione di una premialità certa e qualificata per chi fa la differenziata.
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