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Tre funzionari del settore urbanistica del Comune di Catanzaro, Luigi Papaleo, Carolina Ritrovato e Vincenzo Belmonte, ed un imprenditore, Benigno Mancuso, sono indagati nell’ambito di una inchiesta della Procura di Catanzaro per la costruzione di un immobile nel quartiere Sant’Antonio. Ai quattro, vengono contestati a vario titolo di reati di corruzione e invasione arbitraria di terreno. Nel mirino il complesso immobiliare di Benigno Mancuso che è stato posto sotto sequestro.
I fatti risalgono al 1998 quando l’imprenditore in questione, avrebbe invaso un terreno privato, in località “Mele”, a Sant’Antonio, per costruire un complesso immobiliare e poi, nell’arco di ben 11 anni, avrebbe corrotto i tre funzionari, che si sono succeduti nell’Ufficio urbanistica, al fine di ottenere prima la concessione edilizia, poi il permesso a costruire e, infine, il cambio di destinazione d’uso da attività produttiva ad attività direzionale.
Corruzione e invasione arbitraria di terreno le accuse (ancora tutte da dimostrare) mosse, a vario titolo, agli indagati, finiti nei guai a causa di una denuncia presentata, all’epoca dei fatti, dal proprietario del terreno che la Procura ritiene sia stato invaso arbitrariamente da Benigno Mancuso; una denuncia, che indusse la Procura ad accendere i riflettori sul complesso immobiliare in questione, ravvisando, così, tutta una serie di presunte violazioni urbanistiche, che avrebbero dovuto impedire ai tre funzionari di rilasciare i provvedimenti intorno ai quali ruota l’inchiesta. Così, invece, non era stato, secondo il magistrato della Procura, che ha messo sotto accusa tutti gli atti rilasciati, a cominciare da quello del 3 novembre del 1997, data in cui era stato Luigi Papaleo, “in contrasto – afferma il magistrato – con le norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale del comune di Catanzaro, approvato in data 8 dicembre 1967”, a rilasciare a Mancuso la concessione edilizia n. 91/97. Il 2 agosto del 2001, invece, era stata la collega Carolina Ritrovato a rilasciargli la concessione edilizia n. 12004/01, in variante e parziale sanatoria della precedente, “nonostante quest’ultima – scrive il pm – fosse stata dichiarata decaduta, il 10 gennaio 2001, con provvedimento del capo settore urbanistica del comune di Catanzaro, Luigi Ambrosio”.
Quindi, ad entrare in scena il 21 marzo 2008 sarebbe stato il dirigente Vincenzo Belmonte, “per avere – sempre secondo il pm -, in violazione dell’articolo 73 delle norme tecniche di attuazione del nuovo Piano regolatore generale del comune di Catanzaro e della legge 5 luglio 1966, rilasciato a Mancuso il permesso a costruire n. 53137”. Il tutto – specificano gip e magistrato nelle carte del fascicolo – ai danni del comune di Catanzaro e della Regione Calabria, enti individuati tra le parti offese del procedimento penale, sfociato nel sequestro eseguito ieri dai vigili urbani, coordinati dal maggiore Sergio Mirarchi.

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