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di FABIO MANFREDI
Caro direttore, leggendo il “Quotidiano” nell’edizione di venerdì 19 agosto, mi sono imbattuto in uno dei tanti articoli che da anni riempiono le pagine della carta stampata. L’argomento in questione era il ponte sullo stretto. Le considerazioni che leggo sono sempre e costantemente le stesse. Articoli che si prefiggono l’analisi dei pro e dei contro di una mega struttura. Ormai il ponte è diventato un motivo di scontro politico puntualmente presente in ogni campagna elettorale. La maggior parte dei pareri che ho avuto modo di ascoltare e leggere, ha però contenuti generici, astratti e spesso fuorvianti. Mi piacerebbe che a dare un’opinione, una volta tanto, non fossero professori universitari, tecnici esperti in megastrutture, politici di varie appartenenze, tutti autorevoli nelle loro esternazioni ma spesso distanti dalle realtà quotidiane. Vorrei che a parlare fosse la gente comune. Vorrei che fossero i cittadini e soprattutto gli utenti della strada, i pendolari che ogni giorno, ogni settimana, sono costretti a fare i conti con uno ostacolo infrastrutturale costituito da navi obsolete, code interminabili, raccordi stradali ai porti, risalenti ai primi del 900. Vorrei che si parlasse concretamente dei costi attuali e dei disagi che ognuno di noi è costretto a sobbarcarsi per attraversare 3 km di mare. Vi sembra logico che per traghettare 6 km tra andata e ritorno con auto al seguito, un automobilista debba pagare una cifra di 38 euro che prevede il ritorno entro tre giorni dalla data di imbarco? Vi sembra logico che se il rientro è al quarto giorno dalla data di imbarco, scatta un altro piano tariffario che tra andata e ritorno costa all’utente fino a 64 euro? Vi sembra logico che se acquisto un biglietto con validità 3 giorni a 38 euro e dilungo la mia permanenza di 1 giorno, per rientrare, debba ripagare per intero la tratta di sola andata a 32 euro, sostenendo un costo complessivo (38e + 32e) di 70 euro per il rientro in quattro giorni? E non ho citato i costi molto più alti sostenuti da mezzi di portata maggiore, il nuovo aumento riguardante “l’ecopass” che graverà sempre più sulle tasche di noi utenti oltre ai disagi/costi di chi viaggia in treno……. Pensate davvero che attraversare un ponte possa costare di più di quanto non paghiamo ora? Passiamo all’impatto ambientale. Siamo costantemente tartassati di argomenti che sensibilizzano la gente ad acquistare autovetture poco inquinanti, Euro 3, Euro 4, Euro 5 e via discorrendo. Bene, faccio enormemente fatica a comprendere come una struttura statica possa inquinare così tanto. Qualcuno ha mai visto ed è mai salito sulle navi traghetto che fanno spola tra una riva e l’altra delle nostre due belle regioni? Qualcuno ha mai dato un’occhiata a cosa esce dalle torri di scarico di queste navi? Qualcuno ha mai notato le chiazze d’olio che di tanto in tanto galleggiano nel mare dello stretto? Qualcuno ha mai notato che le autovetture, i grossi mezzi commerciali refrigerati restano in moto durante la sosta nell’attesa dell’imbarco e alle volte anche sulle navi durante l’attraversamento, inquinando e mettendo a rischio la sicurezza degli altri utenti? Sulle navi i motori delle vetture non dovrebbero restare spenti? Un ponte inquinerebbe di più? Passiamo all’argomento sviluppo genericamente decantato ma mai accompagnato da esempi concreti. Svolgo la mansione di capo area tecnico per conto di una multinazionale con sede in Veneto che opera nel settore della refrigerazione industriale. Risiedo in Calabria e tutte le settimane, dal febbraio 1999, mi reco in Sicilia. Mettendo per una volta da parte la Salerno Reggio Calabria, quando mi va bene, per traghettare, tra biglietto, sosta di attesa, traghettamento e immissione sulla Messina Catania impiego un’ora e 30 minuti all’andata e altrettanti al ritorno. In buona sostanza 3 ore la settimana , dai 14 ai 18 giorni lavorativi l’anno di improduttività che l’azienda è costretta e retribuirmi! Credo che un ponte ridurrebbe enormemente questi tempi e soprattutto questi costi. Parliamoci chiaro, chi vuole far assumere al ponte la funzione di una struttura che possa risolvere tutti i problemi del Sud è assolutamente sulla strada sbagliata. Il ponte non è altro che una struttura destinata a migliorare la viabilità di quell’area e a eliminare tutti i disagi che in questo momento non vengono o meglio, non vogliono essere visti. Mi piacerebbe che la stessa determinazione di chi attacca la realizzazione di questa opera, si trasformasse in indignazione verso il sistema attuale di trasporti. È incomprensibile come i romani da cui discendiamo, abbiano eccelso nella costruzione dei ponti creando infrastrutture necessarie per lo sviluppo viario e noi, dopo 2000 anni, facciamo di tutto per sminuirne l’utilità. È il segno di come stiamo arretrando. Non vogliamo realizzarlo? Va bene, ma almeno che ci sia qualcuno che abbia il coraggio di proporre un cambiamento della situazione attuale, presentando dei progetti innovativi, alternativi, ma soprattutto concreti, qualcuno che alzasse la voce contro l’inadeguatezza dei mezzi e l’inadeguatezza delle infrastrutture odierne e non si limitasse a dire soltanto NO al ponte.
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