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BERNALDA – Il corso è infuocato. Attorno al Palazzo Margherita fervono i preparativi per l’evento dell’anno: le nozze di Sofia Coppola col musicista Thomas Mars. Francis Ford, padre della sposa e bernaldese DOC convoca i media locali per fare chiarezza, una volta per tutte, sulle voci impazzite che nelle ultime settimane si sono susseguite a proposito del wedding event. «Nessun VIP di Hollywood – chiarisce subito il celebre regista – la scelta è caduta su Bernalda, oltre che per un fatto affettivo, per una questione logistica e di comodità. Perché la coppia di neo-sposi vive a Parigi e ci sono parenti e amici in Francia. Di sicuro i parenti verranno anche dalla California, ma non si tratta di celebrità, come ha scritto qualcuno male informato.». Dunque, niente. Chi si aspettava De Niro e Pacino, piuttosto che Spielberg o Danny de Vito a fare lo struscio su Corso Umberto, rimarrà deluso. Francis smentisce seccamente e accanto gli siede Sofia che annuisce: infradito basiche ai piedi, aria spaesata da jet lag perenne. Poi, però, il maestro si confida: «La verità è che volevamo far conoscere Bernalda bella» e lo dice in italiano vernacolare. «Onorare le nostre radici, esaltare questo cibo meraviglioso, la luminosità del cielo, lo spirito autentico d’ Vernall.». Diviene tronfio d’orgoglio, Francis, quando pronuncia il nome della terra dei suoi avi, che ora è anche la sua terra e sarà la terra dei suoi figli e nipoti. E come campo base, il leggendario Palazzo Margherita. «Quale occasione migliore per inaugurarlo, se non un ricevimento di nozze?» s’esalta il 6 volte Premio Oscar Francis Ford. Poi, si sbottona su qualcosa che gli sta molto a cuore: «Che vi devo dire più di questa terra? A me piacciono i lambasciùn.». Ormai è palese: i lampascioni stanno a Francis come la madeleine sta a Proust. Ossia tutto il sapore di una terra racchiuso nel sapore di un tubero selvatico amaro, ma amabilissimo. Adesso, con l’acquolina ancora in bocca, Francis riprende il suo discorso chiarificatore: «Non c’è niente di top secret, rispetto alla nostra presenza qui. Il fatto è che tutto è ancora in fase di ultimazione. Siamo in un cantiere e non va bene che la gente possa entrare e uscire a piacimento». Dopo, magari, sarà possibile. Ma ora no. Torniamo agli invitati. «Tutti di famiglia» ripete Francis. E Nicholas Cage? «No. Sta lavorando. Non verrà.». Altri VIPs? «Non sappiamo.» chiosa Francis. Poi, pressato, rivela: «Di sicuro verrà un mio grande amico che per Sofia è come uno zio, ma non è uno dello star system.». Sarà Berlusconi? Francis ridacchia. «No. Niente politici. Ma forse ci sarà l’attore e musicista Jason Schwartzman.». OK. Un altro Coppola. Si tratta del figlio di Talia Shire, nonché interprete del re Luigi XVI nel musical Marie Antoinette diretto dalla cugina Sofia. «In realtà siamo molto eccitati perché tanti parenti americani verranno qui per la prima volta.» conclude Francis. Sofia parla poco: «E’ timida» la giustifica il padre. Eterea e sfuggente come le sue pellicole. Più sanguigno Francis che dichiara d’amare l’entusiasmo della gente. Lei no. Non è che abbia paura di tanto calore latino. «E’ così e basta» asserisce il papà. Che poi aggiunge (in italiano): «Però dovrà abituarsi. Questo, in fondo, è il suo paese.». Adesso Coppola racconta di come scoprì Bernalda. Ed è una narrazione emozionante, soprattutto grazie al contributo fornito da un ex giornalista di grido (che poi purtroppo ha cambiato mestiere e se ne è andato a fare il manager giramondo): il lucanissimo Enzo Gravela, che si è offerto di fare da interprete per il Quotidiano. Francis ci porta indietro fino al 1962, quando lavorava a Dubrovnik e venne a Bernalda per la prima volta, in macchina. Cercò la casa natale del nonno Agostino e la trovò in via Heraclea. E subito conobbe Maddalena Torraco, cugina del suo avo, e in men che non si dica ritrovò molti parenti – primo fra tutti Pino Di Pierro – che gli ritemprarono l’animo e lo ricongiunsero con la sua terra, con «Bernalda bella». Ecco che Francis si mette a parlare in italiano: «Agostino se ne andava in giro col ciuccio a portare la luce elettrica nei paesini della Lucania poverissima. Era un uomo di grande talento e andò a New York. Era una cosa normale, partire, allora.». Così finiamo a parlare dell’oggi. Della disoccupazione cronica che affligge questo territorio. Ecco il Coppola-pensiero: «Oggi non è esattamente come allora, c’è meno povertà qui. Molti giovani potrebbero stare qua e non andarsene, costruirsi qua le opportunità. Ho avuto l’impressione che i giovani non abbiano voglia di fare tutti i lavori che ci sono. Ci sono molti artisti che stanno qui a creare, nella magia di Bernalda. Qui è magico per creare. E’ l’ideale. Per fortuna alcuni di loro non partono, perché sentono di poter fare qualcosa qui. Penso ai fratelli Russo che hanno tirato su la Masseria di Torremare come centro delle arti.». Eccoci, dunque, al tema caldo. Francis, faresti il presidente della Film Commission di Basilicata? «No!». Il Maestro è perentorio. «Oggi voglio solo essere un uomo anziano che fa cinema quando gli va. Ho già fatto tanto. Ora voglio stare tranquillo. Voglio fare qualche film come dico io. Non mi interessa più il cinema come industria, non voglio fare film commerciali. Voglio fare solo film d’arte e. anche Sofia vuole questo». Poi guarda l’erede, cercando approvazione. Ma Sofia è già schizzata via, dietro ai bambini che scorazzano chiassosi, dietro ai mille impegni che l’attendono per il giorno più bello. Un giorno da favola, sì. Ma da favola lucana.
Damiano Laterza
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