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POTENZA – Consiglieri regionali in vacanza. Lontani dal palazzo. Ma che continuano a percepire l’indennità di “viaggio” per recarsi in ufficio come se fosse un normale periodo dell’anno. E’ agosto però. Ma lo stesso una ventina di consiglieri regionali (tranne quelli che sono residenti a Potenza e quindi nel comune dove ha sede la Regione) si troveranno sulla loro “busta paga” alla voce “Spese di viaggio” un rimborso per le spese di viaggio per 18 riunioni mensili, pari ad un terzo del costo della benzina verde necessaria per raggiungere il capoluogo. E’ un calcolo forfettario che considera per tutti i consiglieri regionali 18 giornate di lavoro. In definitiva la cifra dipende dalla distanza dal luogo di residenza a via Anzio a Potenza. Più si vive lontani e più il rimborso ovviamente è alto. Difficile fare i calcoli precisi a uno a uno, ma calcolando tutta la ventina di consiglieri “fuori sede” si tratta di una spesa politica sicuramente di qualche decina di migliaia di euro. Con o senza questo “rimborso” applicato anche ad agosto di certo con cambia di netto il monte delle spese per il maggior ente regionale. Ma sarebbe un segno. Tanto più che la questione è attuale. Ieri il “fondo” del Corriere della Sera, firmato da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella era dedicato alla “Casta” e ai sacrifici economici a cui sono chiamati gli italiani. Un “pezzo” duro. Senza sconti. Un passaggio? Ecco: «Il prezzo di tanti reucci, principi e ducetti decisi a ingraziarsi la plebe non ce lo possiamo permettere». Non più almeno. Ora tornando al rimborso estivo per i consiglieri che non raggiungeranno certo 18 volte il loro posto di lavoro da quanto si è appreso nel passato la proposta di modifica c’è stata. Ma ovviamente ha avuto poca fortuna. La motivazione più “convincente” è quella secondo cui trattandosi di una legge regionale non si può eliminare il rimborso solo per il mese di agosto senza modificare l’intero articolato. Insomma ci vorrebbe una nuova legge. Per questo è rimasta così com’è. Un privilegio certamente che si scontra con le spese che invece devono sostenere (agosto o no) tutti gli altri lavoratori “pendolari” lucani. Non è facile populismo ma solo la realtà dei fatti. Poi ben vengano gli altri tagli come l’ultima riduzione della diaria dei consiglieri lucani (circa 200 euro mensili ridotti ciascuno) che si sono adeguati a quelli dell’Abruzzo e del Molise. Ma ci vuole altro. Magari cambiando le regole che non vanno a partire dallo Statuto regionale. Che senza voler infierire si ricorda: la Basilicata dopo che il Veneto lo approverà a metà settembre prossime sarà l’unica regione a non essersi adeguata. Maglia nera.

Salvatore Santoro

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