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POLLINO – San Severino Lucano ha fatto da teatro a una tre giorni di appuntamenti naturalistici di alto profilo tecnico scientifico. Nell’ambito del programma “Rete natura 2000 di Basilicata”, si è svolto un seminario di studio dal titolo “divulgazione risultati di medio termine”. L’incontro svoltosi nel Centro polifunzionale Ecomuseo, ha visto la partecipazione massiccia di interessati provenienti dai vari Cea (Centri di educazione ambientale) di Basilicata e dalla presenza delle varie istituzioni scientifiche e amministrative lucane e calabresi. Il sindaco del comune di San Severino, Saverio Carmine De Stefano ha aperto i lavori, ringraziando tutti i convenuti ed in particolare la Regione Basilicata. A seguire Francesco Fiore, vice presidente del Parco Nazionale del Pollino, ha parlato dell’importante risultato raggiunto con l’iter di approvazione del Piano del Parco, strumento importante di programmazione delle attività sociali, strutturali e di vita delle realtà locali. Così tutte quelle attività che riguardano gli indici di costruzione, le attività ludico ricreative, sportive e imprenditoriali ora possono avere un momento certo di pianificazione al fine di migliorare la qualità della vita dei residenti. Salvatore Lambiase, dirigente Regionale dell’Ufficio tutela della Natura, coordinatore del tavolo di lavoro ha introdotto i lavori partendo da una analisi di fondo in cui il territorio è una risorsa presente, pertanto risulta importante mettere a sistema le potenzialità “progetto E.P.O.S. accordo con l’Apt” di Basilicata per una migliore rete di marketing al fine di incentivare un turismo sano, mettendo in rete le varie are protette e inoltre con il progetto “Erba” qualificare il territorio fornendo una garanzia certificata di qualità territoriale. Antonella Logiurato, referente regionale di “rete natura 2000”, partendo dalla genesi del progetto ha fatto riferimento alla direttiva habitat adottata nel 1992 (direttiva 92/43/CEE) e direttiva uccelli adottata la prima volta nel 1979 (direttiva 2009/147/CE), che costituiscono gli assi portanti di tutto il progetto e da cui la macchina organizzativa messa in piedi deve muoversi per una conoscenza reale di presenza delle diverse caratteristiche botaniche e faunistiche che si trovano in questa parte di territorio. L’Enea, degnamente rappresentata da Patrizia Menegoni, nel sottolineare quanto riferito dalla collega regionale, ha evidenziato l’alto indice di biodiversità rappresentato con specie, habitat e territorio, frutto di una ricerca svolta attraverso le tre fasi di monitoraggio, misure di conservazione e piani di gestione; Riccardo Guarino, docente dell’Università di Palermo, botanico nell’evidenziare gli aspetti botanici e vegetazionali ha affermato l’importante ruolo che le piante svolgono in quanto evocatrici dei luoghi e formidabili strumenti di educazione ambientale, così le piante e l’agricoltura diventano beni del territorio. Sandro Tripepi dell’Università della Calabria, Dipartimento di Ecologia, ha relazionato sulle specie aliene presenti e sull’azione di disturbo che queste provocano sull’ecosistema; Anna Rita Rivelli, dell’Università degli Studi di Basilicata, Dipartimento Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente e Pier Giuseppe Pontrandolfi, sempre dello stesso ateneo del Dipartimento di Architettura, Pianificazione e Infrastrutture di Trasporto, hanno sostenuto l’importante ruolo che l’Università svolge e deve sostenere per una migliore conoscenza del territorio. Nei giorni a seguire con escursioni in campo sono stati visitati gli ambienti umidi del fiume Frido e le alture del monte Pollino, per poter vedere in compagnia dei naturalisti Guarino, Tripepi, Braschi, Bentivenga e Rivelli, le specie protette presenti in questa area, il tutto coordinato dall’architetto Anna Abate del Dipartimento Ambiente e politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata.
Sandrino Caffaro
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