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Ancora una storia di presunta malasanità in Calabria. Il pm Michele Sirgiovanni, ha ordinato la riesumazione di un feto dato alla luce vivo, alcuni giorni fa. Nel pomeriggio il magistrato affiderà l’incarico ad un perito medico affinchè sottoponga il feto ad autopsia e risponda ad alcuni quesiti che gli verranno posti. Per ora nella vicenda sono coinvolti due medici del reparto di ostetricia e ginecologia del locale ospedale “Jazzolino” i quali sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi accusatoria di omicidio colposo in concorso. Allo stato tutto si baserebbe sul racconto di una donna, residente a Milano o in qualche centro dell’hinterland del capoluogo lombardo, dove avrebbe denunciato quanto le sarebbe accaduto giorni fa, quando si trovava in vacanza presso alcuni parenti nel Vibonese. La donna, che ha 34 anni, era in attesa del secondo figlio e aveva da poco superato il sesto mese di gravidanza quando ha avvertito un malore. In particolare, si era presentata in ospedale lamentando delle perdite, ma era stata rassicurata e rimandata a casa dai medici. Ma una volta casa, la situazione è peggiorata per cui la gestante si è ripresentata in ospedale dove i medici, dopo averla visitata, le hanno prescritto una terapia dicendole che poteva farla anche a casa. E così è stato, fino a quando la situazione non si è aggravata nuovamente e la donna è stata ancora una volta accompagnata in ospedale, dove però responso dei sanitari è stato invece preciso: aborto. La paziente è stata allora sottoposta ad intervento per portare alla luce la creatura, ancora viva, se l’ospedale di Vibo fosse dotato di rianimazione neonatale.
La donnamilaneseera

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