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TEMPO di rigore, ma per non tutti. E se a dare il buon esempio ci ha pensato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha annunciato di voler rinunciare all’adeguamento annuo della sua retribuzione, tutt’altro segnale arriva dall’azienda sanitaria di Matera. Il fatto, per la verità, risale a un anno fa. Già allora, però, il grosso deficit nella Sanità lucana, che di recente ha portato all’introduzione di nuovi ticket, non era certo un mistero. Ma al direttore generale Vito Gaudiano (in foto) – recentemente rinviato a giudizio nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Matera che vuol vederci chiaro sul modo in cui il manager ha tentato di risolvere l’incompatibilità della nomina all’Asm con la carica di direttore del Centro regionale trapianti – il compenso annuale di 139.000 euro che gli veniva riconosciuto e assegnato dalla Regione Basilicata al momento della sua “investitura” (a gennaio del 2009), deve essere sembrato insufficiente. E così, con deliberazione che porta la data del 17 giugno 2010, il manager dell’Asm di Matera ha pensato bene di correre ai ripari, aumentandosi lo stipendio: i 139.000 euro sono passati a 153.888,80 lordi. Un riadeguamento del compenso giustificato con l’applicazione dell’incremento contrattuale del Ccnl del personale della dirigenza medica e veterinaria, e dall’adeguamento all’indice Istat. La stessa delibera prevede pure l’aumento del compenso per il direttore sanitario Giuseppe Montesano (passato a 123.104 euro), per quello amministrativo, Rocco Ierone (per la stessa somma), i componenti del collegio sindacale (per 15.388 euro) e il presidente dello stesso collegio (18.465). Ma c’è di più. Perché la delibera ha carattere retroattivo: è esplicitamente previsto che l’atto annulli e sostituisca ogni precedente atto o determinazione. E impegna l’Unità operativa economica finanziaria a erogare i predeterminati compensi, con conguagli agli importi del 2009 e del 2010 già corrisposti nelle precedenti mensilità, a partire proprio dal primo gennaio 2009. Visto e sottoscritto proprio dai tre direttori destinatari degli aumenti Guadiano, Montesano e Ierone. A dispetto di quanto previsto dallo stesso decreto del governatore. La differenza tra quanto assegnato dalla Regione e il compenso che si è riconosciuto lo stesso Gaudiano (che per l’anno 2009 è stato fissato a 152.357 euro), moltiplicato per il numero totale dei mesi, dà una bella sommetta. La questione pone almeno due interrogativi: il primo riguarda la legittimità di un atto che in qualche modo sembra scavalcare la competenza della Regione, che, in fatto di determinazione dei compensi dei direttori generali, dovrebbe essere esclusiva dell’ente. C’è poi una questione di opportunità: il provvedimento è stato assunto mentre di fatto il Governo provvedeva a bloccare gli adeguamenti salariali di tutti i dipendenti pubblici, quindi anche quelli della Sanità, fino al 2014. Senza tener conto del fatto che si tratta di un segnale in assoluta controtendenza rispetto ai sacrifici che si chiedono ai cittadini. Del resto l’Azienda sanitaria di Matera – che nell’anno 2009 ha totalizzato una spesa per sole consulenze e collaborazioni per oltre un milione di euro – in fatto di sprechi, fino a questo momento, si è già contraddistinta. Allo stesso Guadiano, di recente, la commissione di valutazione ha contestato un pesante sforamento della spesa farmaceutica: il tetto massimo doveva essere di sei milioni, mentre si è andati oltre i 19 milioni di euro. Nonostante, questo però, lo scorso 12 luglio, la giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore alla Sanità, Martorano, la delibera che proroga il direttore generale (e il suo omologo all’Asp di Potenza, Pasquale Amendola) fino a fine mandato.

Mariateresa Labanca

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