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Sarà un referendum, indetto per domani dai sindacati Cgil, Cisl, Uil ed Ugl, a stabilire se l’ipotesi d’accordo, raggiunta ieri tra sindacati ed Mct sull’applicazione degli esuberi e sui criteri con i quali applicare la cassa integrazione ai lavoratori del porto di Gioia Tauro, dovrà essere firmato. Nell’attesa, l’attività nello scalo calabrese è ancora bloccata in seguito all’astensione dei lavoratori.
Questa mattina, i sindacalisti hanno illustrato ai lavoratori, nel corso di un’affollata assemblea durata due ore, i termine della bozza d’intesa. L’intesa non è stata siglata dal Sul. La novità più evidente è la scomparsa del punto che riguardava il raggiungimento, da parte degli operatori dei piazzali (gruisti e carrellisti) di 30 container movimentati ogni ora che era stato chiesto dall’Azienda. Nella bozza d’accordo è stato comunque concordato, che pur non essendoci un limite prefissato, le performance dovranno comunque essere adeguate alle esigenze di mercato. Per quanto riguarda invece l’alternanza terra-mezzi, le parti hanno concordato che i carrellisti (il lavoro più stressante) staranno sui mezzi per il 75% del loro turno di lavoro e per il restante staranno a terra svolgendo altre mansioni. Infine, l’ipotesi di intesa prevede che le assenze previste dal contratto nazionale di lavoro, quali i permessi retribuiti, non andranno a costituire una valutazione negativa nell’ambito della rotazione della cassa integrazione.

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