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Il mare calabrese non gode di ottima salute secondo gli ultimi dati di Legambiente e le analisi effettuate da Goletta Verde. E ieri mattina a Catanzaro el corso della conferenza stampa svoltasi presso Palazzo di Vetro e alla quale hanno preso parte la presidente dell’Amministrazione Provinciale Wanda Ferro, Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, Andrea Dominijanni, della segreteria regionale di Legambiente, Francesco Pugliano, assessore Regione Calabria Politiche dell’Ambiente, Sabrina Santagati, direttrice generale Arpacal, Antonio Reppucci, prefetto di Catanzaro, Enzo Ciconte, componente Commissione Sanità Consiglio Regionale, Vincenzo De Luca, direttore marittimo della Capitaneria di porto di Reggio Calabria e Mario Magno, componente Commissione Ambiente Consiglio Regionale – gli è stata consegnata, simbolicamente, la bandiera nera “Jolly Roger”, ovvero teschio e ossa incrociate ad indicare allarme depurazione. E proprio su questo il governatore Scopelliti ha annunciato una conferenza stampa per questa mattina alle 10 presso l’aula commissioni del consiglio regionale
Da quanto illustrato, da Dominijanni prima e Muroni successivamente, «i risultati emersi dalle analisi effettuate lungo le coste sul livello di inquinamento microbiologico delle acque regionali, soprattutto in punti critici quali foci di fiumi e torrenti, canali e scarichi che confluiscono direttamente a mare, mostrano un quadro generale quanto mai critico in tutte le cinque province. In tutto sono 22 i Comuni calabresi su 168 italiani che non si sono ancora conformati alla direttiva europea per il trattamento dei reflui urbani».
Per quanto riguarda i dati inerenti Catanzaro, ad esempio, «i prelievi effettuati in località Catanzaro Lido presso la foce della Fiumarella, hanno rilevato altissimi livelli d’inquinamento».
Stessa situazione in altre località della provincia catanzarese, come Sellia Marina e Cropani, dove i tecnici di Goletta Verde hanno campionato l’acqua proveniente dal depuratore di Sellia e presso la Foce Fiume Cropani. Qui i risultati sono stati classificati sotto la voce “fortemente inquinato”. Ma neanche nelle altre città della Calabria, la situazione è diversa. In tutte le province, i numerosi prelievi effettuati lungo le foci dei fiumi che scorrono a ridosso delle coste, o presso i moli, le fogne e i depuratori dei tanti comuni, hanno dato, chi più e chi meno, tutti lo stesso risultato in fatto di criticità per inquinamento microbiologico.
«Il deficit depurativo in Calabria è una triste realtà contro la quale ci battiamo da anni – ha dichiarato Dominijanni – oltre il 62% dei cittadini della regione non è servito da un sistema efficiente di smaltimento dei reflui, i circa 700 impianti tra grandi medi e piccoli, sparsi in tutta la regione, non funzionano o funzionano male».
«La situazione calabrese riflette purtroppo un’emergenza che è su scala nazionale – ha tenuto a precisare Muroni, per proseguire – E’ dal 1998 che l’Italia avrebbe dovuto mettersi in regola con i sistemi di depurazione delle acque reflue, come richiesto dalla Direttiva Europea, ma, ad oggi, la copertura del servizio in Italia arriva appena al 70,4%, lasciando una ampia parte della popolazione sprovvista di sistemi adeguati di trattamento delle acque».
In ogni caso, per quanto allarmanti, i dati rilevati da Legambiente, si discostano da quelli illustrati dalla direttrice generale Arpacal, Santagati.
«I dati dell’Arpacal richiesti per la prima volta dalla stessa Comunità Europea – ha specificato Santagati – si riferiscono ai prelievi effettuati lo scorso anno dai nostri tecnici presso le sole aree ritenute, per legge, balneabili e quindi non prendono in considerazione, come invece ha fatto Goletta Verde, quelle aree che sempre per legge non sono ritenute tali, come ad esempio le zone portuali, e le foci dei fiumi». Ma non tutto risulta essere negativo, difatti sempre secondo i dati di Legambiente, “nel 2010, 18 Km circa di litorale è restituito ai bagnanti. 6,5 km, erano a Reggio Calabria, 760 metri in provincia di Vibo Valentia, 692 metri in provincia di Catanzaro e 2,7 km in provincia di Crotone; mentre in provincia di Cosenza sono stati riaperti 7,3 km di costa, lasciando 4.151 metri temporaneamente vietati alla balneazione”.
«Sicuramente in Calabria la situazione non è peggiore rispetto ad altre regioni italiane, come la Campania, la Sardegna o le Marche – ha dichiarato la presidente Ferro – Molto è stato fatto dall’amministrazione provinciale dal 2008 a questa parte, con la bonifica dei fiumi, e il ripristino di vecchi depuratori».
I PUNTI CRITICI NELLE CINQUE PROVINCE
La bandiera nera, la famosa “jolly roger” dei pirati va alla Calabria che è al terzo posto, dopo Campania e Sicilia nel report sullo stato di salute del mare e delle coste, stilato da Goletta verde, la campagna itinerante di Legambiente, presentato ieri mattina in conferenza stampa a Catanzaro. Depurazione ritenuta insufficiente al 60 %, scarichi abusivi nelle fiumare, abusivismo edilizio e tanto altro. In particolare sono 22 i Comuni calabresi che sono inadempienti sul fronte della depurazione e venti località sono state segnalate per il forte livello di inquinamento microbiologico:
Catanzaro
Altissimi livelli di inquinamento sono emersi dai prelievi e dalle analisi eseguite dallo staff di biologi di Goletta verde alla foce della Fiumarella a Catanzaro Lido. Altra forte criticità è stata registrata a Sellia Marina in località Sena dove è stata campionata l’acqua proveniente del depuratore di Sellia nelle vicinanze della fiumara che è risultata fortemente inquinata. Il che significa “Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherica Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml”. Stessa cosa a Cropani presso la foce del fiume.
Cosenza
Punto critico alla foce del torrente Coriglianeto, ricadente nel territorio comunale di Corigliano Calabro, in località Marina di Schiavonea, è risultata fortemente inquinata, stesso scenario a Paola: la Foce del torrente S.Francesco che insiste nel lungomare Charitas ha evidenziato alti livelli di inquinamento.
Vibo Valentia
Due siti fortemente inquinati rilevati a Ricadi, uno in località Torre Ruffa e il secondo a Sanata Domenica dove il riversamento in mare dello scarico della fiumara, nella spiaggia rende le acque fortemente inquinate. Anche il prelievo effettuato nel comune di Bivona, presso la foce Torrente Sant’Anna, in Via del Pescatore, ha evidenziato acque fortemente inquinate.
Crotone
Le analisi alla foce del fiume Esaro hanno rivelato livelli batteriologici così elevati da essere difficilmente quantificabili. Critica la situazione anche a Isola Capo Rizzuto fortemente inquinata. In zona Le Castella rilevato uno scarico a mare sulla spiaggia principale dove ci sono i bagnanti e i bambini utilizzano quell’acqua di scarico per giocare. Una situazione di grande emergenze che richiede contromisure per evitare il diffondersi di infezioni. A Strongoli fortemente inquinata la zona Fasano vicino alla foce del fiume Neto.
Reggio Calabria
Il prelievo eseguito presso la fogna del depuratore di Pellaro , ha riportato altissimi livelli batteriologici ed è stato catalogato come fortemente inquinato. La situazione del Lido Comunale non è affatto migliore dato che il riversamento dello sbocco del tubo proveniente dal Torrente Caserta inquina fortemente le acque del sito, inoltre, a peggiorare il quadro, i tecnici hanno riportato aloni lattiginosi in corrispondenza del tubo e la presenza di ignari bagnanti a circa 100 m a sud della foce. Situazione ancora peggiore nella zona aeroportuale cittadina, dove lo scarico della fogna che confluisce nel Torrente Menga presentava feci in sospensione e livelli batteriologici così elevati da essere difficilmente quantificabili, probabilmente anche a causa dell’inefficienza del depuratore di Ravagnese che risultava non essere allacciato. Stesso contesto inquietante nel lungomare Catona l’enorme tubo di fogna che sbocca in spiaggia. Nella provincia nel comune di Gallico Marina, presso il lungomare cittadino in fondo a Via Marina Arenile, nel comune di Motta San Giovanni, a Villa San Giovanni, in località Cannitello, a Gioia Tauro, in località Pineta. E infine alla Foce Fiume Mesima nel comune di San Ferdinando.
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