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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, ha disposto l’obbligo di dimora nei confronti di tre praticanti avvocati indagati nell’ambito dell’inchiesta sui falsi esami per conseguire le lauree in giurisprudenza nella facoltà dell’Università di Catanzaro. L’ordinanza del gip è stata notificata a Giuseppe Raspone, 35 anni, di Paola (Cosenza); Mariangela Santoro, 32 anni, di Savelli (Crotone) e Salvatore Vaccaro, 43 anni, di Crotone.
A dicembre dello scorso anno i tre praticanti avvocati, per partecipare all’esame di stato per l’abilitazione alla libera professione, hanno attestato di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti nonostante, nei mesi scorsi, gli fosse stata sequestrata la laurea.
Nell’inchiesta, iniziata nel novembre del 2007 e condotta dai sostituti procuratori di Catanzaro Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, sono coinvolti studenti, impiegati della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Catanzaro e due docenti. Nelle settimane scorse ai 97 indagati è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione, falso materiale e ideologico in atti pubblici.
A tre impiegati della facoltà viene contestato anche il reato di associazione per delinquere. L’accusa sostiene che i dipendenti dell’ateneo, in cambio di denaro, avrebbero falsificato i libretti universitari facendo risultare che gli studenti avevano superato gli esami. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno sequestrato altre lauree conseguite dagli indagati. Nel settembre del 2009 il Gip del tribunale di Catanzaro ha emesso una ordinanza interdittiva dall’attività forense nei confronti di 39 persone.
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